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Unicredit e Hvb, nozze senza ostacoli

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Via libera all'operazione dalle Fondazioni socie e dal governo tedesco

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Se tutto andrà come sembra l'amministratore delegato di Unicredit, e il suo presidente Carlo Salvatori, firmeranno entro il mese di giugno l'attesa operazione crossborder che agli occhi dei mercati riporta l'Italia a competere in Europa dopo le offerte straniere su Bnl e Antonveneta, e la nascita della decima banca del Vecchio Continente, un gruppo da 700 miliardi. Sulla possibilità di raggiungere un'intesa in tempi brevi c'è il moderato ottimismo delle parti e lo stesso Salvatori, in un'intervista al Corriere della Sera, si è augurato di poter chiudere l'accordo entro l'estate. Anche se sul piano della governance, il tema più complesso, come su quello finanziario, non mancano i nodi da sciogliere. L'impianto di massima dovrebbe prevedere la creazione di una superholding internazionale, con sede a Milano, che lasci intatti i due quartieri generali. Pare sia molto dibattuta la questione del nome, mentre si dà per scontato che a guidarla sarà Profumo mentre il numero uno di Hvb, Dieter Rampl, assumerà la presidenza. Da parte sua Salvatori - che non ha alzato il velo sul suo ruolo futuro - prevede in ogni caso di essere «ancora più impegnato di quanto non lo sia oggi». Sul fronte del prezzo si discute ancora dei livelli di concambio dell'Opas, che potrebbero essere rivisti rispetto a quanto ipotizzato dai mercati, cioè cinque azioni Unicredit per ogni Hvb. Non si esclude una parte in cash, così come si cerca di portare il concambio verso un rapporto più favorevole a Piazza Cordusio, con un'ipotesi di 3 a 1. Il disegno strategico potrebbe poi prevedere l'ingresso nella partita di Commerzbank, la quale si è fatta avanti per le attività domestiche di Hvb, e la focalizzazione del nuovo gruppo sulla Nuova Europa. Un obiettivo, quest'ultimo, ma anche un rischio da calibrare: con Hvb presente pressochè in tutti i Paesi dell'est europeo dove anche Unicredit è in posizione di forza, è possibile che le Autorità Antitrust impongano la cessione di alcune reti di sportelli. Infine gli assetti azionari. Da un incontro tenuto oggi dalle Fondazioni socie di Unicredit è arrivato «l'orientamento positivo» all'operazione, ma c'è ancora da chiarire la posizione di un altro socio rilevante, il gruppo Allianz che, attraverso la Ras, possiede quasi il 5% di Piazza Cordusio.

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