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Statali, braccio di ferro Baccini-Siniscalco

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Il ministro della Funzione pubblica vuole strappare un aumento maggiore ma il Tesoro punta i piedi

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Il ministro della Funzione Pubblica Mario Baccini sembra intenzionato a convocare in tempi stretti i sindacati. Ieri ha annunciato che presto un tavolo sarà aperto a Palazzo Chigi a cui parteciperà anche il ministro dell'Economia Domenico Siniscalco per fissare la data dell'avvio della trattativa. La decisione, a quanto è dato sapere, sarebbe stata presa nello scorso consiglio dei ministri. La questione del contratto arriva quindi a Palazzo Chigi perchè l'ostacolo maggiore da superare è quello delle ricorse, troppo poche, secondo i sindacati, e abbastanza invece per il governo. La Finanziaria prevede infatti un aumento del 4,3% mentre i sindacati sono fermi su un incremento dell'8%. In settimana Baccini vedrà Siniscalco, appena questo si sarà rimesso dall'influenza e cominceranno a fare una prima ricognizione dei margini di manovra che ci possono essere per le risorse da destinare al contratto. Il ministero dell'Economia non intende allentare i cordoni della borsa mentre Baccini punta a spuntare qualcosa in più. Insomma si profila un braccio di ferro tra i due. Intanto i sindacati che si aspettavano qualche risposta durante l'incontro con il governo sulla competitività, sono rimasti delusi e hanno confermato l'ipotesi di una nuova giornata di sciopero. La decisione sarà presa all'assemblea dei delegati sindacali che si riunirà tra la fine del mese e i primi di febbraio. I lavoratori pubblici hanno già scioperato il 30 novembre per l'intera giornata in occasione della mobilitazione generale di quattro ore contro la Finanziaria. Il contratto degli statali sarà un punto di riferimento anche per altre categorie. Sono circa 7 milioni i lavoratori in attesa del rinnovo contrattuale. Tra loro ci sono anche importanti categorie come i metalmeccanici, gli artigiani, i bancari (che torneranno a incontrarsi ai primi di febbraio). Inoltre quest'anno, scadranno i contratti dei chimici, degli edili, dei braccianti. «A fronte di tale massa di rinnovi - ha sottolineato il segretario confederale della Cisl, Giorgio Santini - e avendo fatto saltare l'accordo del '93, si naviga a vista». Da qui, secondo il sindacalista, la necessità di cambiare le regole per i contratti per i quali bisogna ancora preparare la piattaforma. «Perchè è necessario rimettere a punto il quadro di riferimento dell'assetto contrattuale», ha sottolineato Santini ricordando che è già al lavoro la commissione unitaria Cgil, Cisl e Uil sulla riforma del modello contrattuale. Per i metalmeccanici l'accordo tra Fiom,Fim,Uilm per la piattaforma unitaria delle tute blu c'è stato, ma la strada per il rinnovo contrattuale di oltre un milione e mezzo di tute blu non appare certo in discesa. La Federmeccanica, infatti, ha già bollato come «inaccettabile» la richiesta di un aumento salariale di 130 euro. Il prossimo 15, 16 e 17 febbraio i lavoratori voteranno sulla piattaforma unitaria. Il negoziato con la Federmeccanica dovrebbe partire dopo il referendum. Strada in salita anche per i bancari. Dopo mesi di trattative non si è ancora trovata una via d'uscita. Nuovi incontri sono previsti per il 2 e 3 febbraio. Il nodo è sempre quello delle risorse. I sindacati sostengono che i buoni risultati di bilancio delle banche dovrebbero indurre l'Abi a venire incontro alle loro richieste. Peraltro il fronte sindacale non è compatto. La richiesta dei sindacati Fisac-Cgil, Fiba-Cisl, Uilca, Falcri e Dircredito che partecipano al primo tavolo è di un aumento di 185 euro a regime, mentre Fabi e Sinfub chiedono 236 euro. L.D.P.

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