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Polemica tra Consumatori e Consob sul prospetto

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Se vorranno accettare l'offerta del governo di Buenos Aires, i risparmiatori potranno farlo da venerdì 14. E per limitare la perdita dovranno accettare lo scambio entro il 4 febbraio. «La Consob rischia di essere complice delle malefatte del governo argentino», attacca Elio Lannutti dell'Intesa dei consumatori perchè «ha approvato troppo rapidamente un prospetto che lascia troppo a desiderare e che discrimina tra i risparmiatori, mentre doveva mettere paletti ben diversi» L'offerta di scambio propone ai risparmiatori tre titoli alternativi ai «tango bond» originali: obbligazioni «par», «discount» e «quasi par». Le prime sono rimborsate alla pari, se tutto andrà bene e comunque ce ne sono solo per 15 miliardi di dollari, le seconde restituiranno il 33,7% del capitale investito, e per la struttura dell'offerta rischiano di essere le più diffuse. Le ultime il 66,9%. Questo livello di rimborso avrebbe potuto essere un buon compromesso, però, attacca Lannutti, «è destinato solo alle obbligazioni in pesos, quindi praticamente ai soli risparmiatori argentini e questa è una grave discriminazione». Chi non farà in tempo a prenotare i «par bonds» rischia di avere i «discount», per i quali il termine di accettazione non scade il 4 febbraio, ma il 25. A tutti i possessori di bond argentini, comunque, Lannutti consiglia di rifiutare l'offerta e puntare sui risultati delle cause internazionali. Perchè, dice, «se l'offerta fallisce, cioè se non troverà l'approvazione della maggioranza degli obbligazionisti, allora l'Argentina sarà obbligata a migliorarla o la comunità internazionale la metterà al bando». Immediata la replica della Consob che avverte: «Il nulla osta alla pubblicazione del prospetto informativo delle obbligazioni argentine è stato rilasciato dalla Consob, come sempre in casi analoghi, sulla base di un esame del documento d'offerta dal punto di vista della trasparenza delle informazioni, senza entrare - come prevede la normativa in vigore - nel merito dell'offerta e senza formulare alcun giudizio sulla convenienza dell'operazione». La Consob sottolinea infine che «non entra mai, nè potrebbe farlo, nel merito delle offerte, che ricadono sempre sotto la responsabiluità degli offerenti, in questo caso il Governo della Repubblica argentina».

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