
Gli azionisti più piccoli invocano l'Opa

È questa la posizione dei piccoli azionisti di Bnl, una galassia di 2.500 risparmiatori, in larghissima parte dipendenti e ex impiegati dell'istituto, che hanno in tasca tra 5 e 30 mila azioni ciascuno. A guidare l'associazione è Antonio Spinelli. Un signore che non ci vuole neppure mettere becco nelle battaglie di potere per la conquista di via Veneto. Ma che da questa bagarre non vuole neppure trovarsi penalizzato. «Lo stato di incertezza non fa mai bene a un'impresa - spiega - e questo la banca centrale non può ignorarlo». È urgente, dunque, chiudere questa partita. E per farlo c'è solo un modo: rispettare le regole del mercato, spingendo i blocchi a presentare una offerta pubblica d'acquisto (Opa) e, se necessario, una contro Opa. «Solo così - dice Spinelli - si potrà sciogliere una volta per tutte una situazione che sta diventando insostenibile». Tanto che alla prossima assemblea i piccoli azionisti non resteranno indifferenti, come accade in gran parte dei casi. «Molti piccoli risparmiatori sono sinceramente preoccupati e per questo hanno già fatto sapere di voler intervenire o di conferire le loro deleghe», spiega il loro rappresentante. L'attesa è di arrivare ad aggregare circa il 2% del capitale della banca. Ma la proposta è nitida: «Chi vuole comandare - sottolinea Spinelli - si assuma l'onere di lancire un'Opa. Così, magari, in mezzo a una battaglia tanto dura e dispendiosa, per una volta a guadagnarci qualcosa saranno pure i piccoli azionisti».
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