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QUANDO si parla di outlook ci si chiede se si tratta di un modo per incoraggiare gli investitori o meno, ...

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C'è perfino qualcuno che lancia in spericolati "outperforming". Lo vedremo fra qualche giorno perché il Gruppo Pirelli nell'outlook di ieri del Pirelli technology Day ha comunicato risultati più che rosa. Nel prossimo triennio gli azionisti del gruppo dovranno attendersi un Ebit annuo del 25 per cento, un incremento dei ricavi del 10 per cento, e una esposizione finanziaria netta nel 2006 di 1,35 miliardi, contro quella di fine 2003 di 1,745 miliardi. «Puntiamo a rimanere in nero e a un continuo miglioramento» ha detto il presidente Marco Tronchetti Provera, ricordando che il 2003 si è chiuso con un utile di 4 milioni di euro contro una perdita di 405 milioni del 2002. Per quanto riguarda il debito, l'obiettivo di ridurlo a 1,35 miliardi nel 2006, «un target compatibile con l'attuale livello di mercato e che permette di garantire lo sviluppo e la distribuzione dei dividendi». A marzo il livello di indebitamento era già sceso a 1.959 milioni di euro da 1.745 a dicembre. I dati forniti a quanto pare non sono piaciuti al mercato, visto che il titolo Pirelli &C. ha chiuso con una perdita dell'1,26 per cento. A salvarsi invece, mantenendo la quotazione, con un piccolo aumento in sede di quoatzione ufficiale, è stata Pirelli Re. La real estate company, che in questo momentto sta guadagnando con i suoi fondi chiusi e che si appresta a lanciare un nuovo fondo immobiliare dedicato agli immobili commerciali. La società guidata da Puri Negri, nei giorni scorsi ha chiuso un accordo con Morgan Stanley e Sib, Società immobiliare banche, acquistando attraverso cartolarizzazioni, e sovente con sconti ragguardevoli mutui andati in default, e mutui in bonis. I maggiori affari li sta facendo naturalmente con Capitalia, della quale la Pirelli detiene un bel pacchetto di azioni, e dalla quale di recente ha acquiostato anche immobili per 85 milioni di euro. Tronchetti Provera ha giustificato questi rapporti definendoli " sinergismi". Qualcun altro, che non vede di buon occhio i rapporti fra azionisti e banche quando sottintendono affari, aggiunge l'aggettivo "incestuosi". Perché in tutti gli affari, malgrado la correttezza delle due parti ve n'è sempre una soccombente. Indovinare quale in questo caso non è facile. Perché anche un mercato come quello immobiliare oggi in ascesa e stabile, domani potrebbe rivelare una volatilità tale da invertire l'ordine, lasciando sul gobbo di Pirelli Re, un mare di immobili che rappresenterebbero solo un costo. Non è allo studio una fusione tra Olimpia e Pirelli che, ad ogni modo, precisa Tronchetti Provera «sarebbe una decisione da prendersi da parte di tutti gli azionisti». E anche nel portafoglio delle partecipazioni non sono previste ristrutturazioni nemmeno tra gli investimenti definiti «minori» come quelli in Intesa, Gemina e Impregilo. F.F.

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