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Altolà di Maroni: no a un nuovo decreto salva-calcio

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Il ministro del Welfare boccia l'ipotesi di aiuti pubblici. Martedì nuovo vertice di governo

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Lo scoglio maggiore, secondo quanto continua a ripetere il governo ormai da giorni, è Bruxelles che, soprattutto dopo gli appelli lanciati da alcune compagnie europee, potrebbe bocciare gli interventi che il governo dovrebbe mettere in campo come aiuti di stato. Ma sulle misure da adottare c'è anche l' altolà di Maroni: se qualcuno, insomma, si aspetta «soldi facili, sul modello decreto salva-calcio» si sbaglia. «Non si può fare e non sarà fatto» ha detto ieri il ministro del Welfare ribadendo la necessità di avere una via libera, preventivo, della Commissione europea: «fa parte sostiene - della trattativa che si fa normalmente prima di formalizzare una decisione, sentire informalmente l'opinione di Bruxelles». Per il ministro del Welfare, tuttavia, «soluzioni semplici in questo caso non ce ne sono; semmai - aggiunge - ci sono soluzioni semplicistiche, ma dannose. Il problema è complicato. Richiede interventi saggi e tempestivi, ma non affrettati. Passi giusti, non frettolosi». E cioè, non esattamente quanto continuano a chiedere i rappresentanti dei lavoratori della compagnia e alcuni dall'interno del governo. La vicenda deve essere risolta «rapidamente, altrimenti diventerà sul serio un problema irrisolvibile» ha ripetuto anche ieri il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, mentre lo stesso ministro delle Infrastrutture ha ricordato che «sono mesi» che lancia appelli, avendo «sempre detto che eravamo in piena emergenza e che bisognava affrontare il problema con i criteri dell'emergenza e non con quelli adottati. Sono state fatte - ha spiegato - scelte più politiche che di emergenza, ora però siamo arrivati a un punto tale che bisogna trovare la soluzione». Da questo punto di vista Lunardi è sembrato più ottimista: «alcuni punti possono essere passati subito, qualcuno, non tutti, e quindi potremo dare un minimo di ossigeno ad Alitalia da poter avere poi il tempo di identificare soluzioni anche più efficaci». Lunardi ha detto che bisogna «lavorare sui requisiti di sistema che sono stati discussi l'altro giorno e identificare quelli che in questo momento possono essere possibili. Poi, eventualmente, adottare insieme e collegialmente la decisone su un decreto». Molto deciso è stato invece l'intervento, oggi, del ministro delle Politiche comunitarie nei confronti di Bruxelles: «È una cosa un pò strana che ci siano delle perplessità su un decreto che non c'è. C'è invece, forse, un eccesso di attenzione da parte di qualcuno nella Commissione verso l' Italia» ha detto Buttiglione. In attesa della mobilitazione dei lavoratori della compagnia che domani torneranno a manifestare a Fiumicino, Lunardi ha invece tranquillizzato quanti temono che il governo stia lavorando ad ipotesi diverse dal rilancio della compagnia, tra cui quella del fallimento della compagnia o della sua riduzione ad una compagnia regionale mlignamente ribattezzata dai Verdi come 'Alipadania.

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