Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

MILANO — Sulla quotazione di Borsa Italiana permangono le divisioni fra Consob e il mondo bancario, principale ...

default_image

  • a
  • a
  • a

La nuova occasione per il presidente della Consob Lamberto Cardia di respingere seccamente una possibile Ipo (Initial public offering) di Borsa spa nelle attuale condizioni normative, è stata data da un convegno sul risparmio a Roma. Il numero uno dell'Autorithy ha infatti definito «un assurdo» tale operazione, respingendo così il nuovo invito che gli aveva formulato il presidente dell'Abi Maurizio Sella. «Il fatto che la Borsa Italiana possa quotare se stessa è un assurdo» ha detto Cardia ricalcando, con parole più dirette, ciò che aveva espresso in altre occasioni pur non rifiutando per principio l'idea di una borsa quotata. In particolare nel gennaio scorso durante un'audizione alla Camera: «A Borsa Italiana - aveva detto in quella occasione - spetta pronunciarsi sull'ammissione delle società. Ma l'ammissione in borsa dipende dagli azionisti che sono le banche». Sarebbe perciò una anomalia, si osserva, che la Borsa Italiana spa possa pronunciarsi sull'ammissione di se stessa ai mercati azionari diversamente da quanto avviene ad esempio in Gran Bretagna dove è un soggetto terzo a valutare l'ammissione. La questione di attribuire all'autorità del risparmio o comunque a un ente terzo, il potere di ammissione al listino, è peraltro una delle questioni nell'agenda dei lavori del ddl in discussione in Parlamento. Da parte di Borsa Italiana spa, in ogni caso, rimane l'interesse per la quotazione. A costituire l'azionariato di Borsa Italiana spa, nata nel 1997 dalla privatizzazione dei mercati di borsa e operativa dal 1998, sono una cinquantina di soggetti nel quale la parte del leone la fanno i soci bancari con l'80% del capitale sociale. In particolare, dopo l'ultimo rimpasto, sono i maggiori istituti di credito italiani SanPaolo-Imi (il 12%), Unicredit (11%), Mps (10%) Gruppo Sella (8%) Capitalia (5%) a possedere le quote azionarie più consistenti, insieme a altre banche come Intesa, Bnl, Popolare Verona e Novara, Intermobiliare, Finnat.

Dai blog