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Voglia di mattone, ora è boom dei mutui

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Bankitalia: a febbraio i crediti concessi cresciuti del 22,5%. Aumentano quelli a lungo termine

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O piuttosto una reazione da spavento ai crac Cirio e Parmalat. Fatto sta che per le famiglie italiane il boom dei debiti per mutui casa e per il credito al consumo non conosce soste. Neanche a febbraio, quando la discesa dei tassi applicati dalle banche si è in parte interrotta. Secondo gli ultimi dati della Banca d'Italia, i crediti concessi per l'acquisto di abitazioni hanno infatti raggiunto a febbraio la consistenza di 157,9 miliardi di euro (+22,5% rispetto allo stesso mese del 2003). La voglia di mattone, fenomeno non nuovo nel panorama economico italiano, segna un tasso di crescita del 24% se circoscritta ai soli mutui con scadenza oltre i cinque anni: sono aumentati in un anno di quasi 30 miliardi, complice anche l'apprezzamento del cambio, a quota 153,3 miliardi. Ma è l'incremento del credito al consumo che rappresenta un fenomeno relativamente nuovo. I dati di Bankitalia segnalano in febbraio una crescita dello stock a 33,5 miliardi (+15% rispetto allo stesso mese del 2003). Per far fronte alle spese le famiglie ricorrono sempre più spesso ai prestiti bancari. Secondo i tecnici di via Nazionale, sono proprio i crediti al consumo tra uno e cinque anni quelli che possono cioè essere destinati per esempio all'acquisto di un motorino o dei mobili per la casa, ad essere aumentati di più, da 19,8 miliardi di febbraio 2003 a 23,2 miliardi di euro di gennaio 2004, con un incremento di circa il 17%. Ma gli italiani fanno ricorso ai prestiti anche per potersi permettere la macchina nuova o altri beni di consumo di lunga durata. E a dimostrarlo è la crescita anche dei crediti oltre i cinque anni, passati in un anno da 8,1 a 9,1 miliardi (+12,4%). Diminuisce invece la richiesta per prestiti fino a un anno (da 1,17 miliardi di febbraio 2003 a 1,14 milioni del febbraio scorso). Certo, come ha ricordato Bankitalia nell'ultimo Bollettino economico, la quota di debito finanziario delle famiglie italiane in rapporto al Pil è ancora minima rispetto agli altri Paesi industrializzati (circa il 25% contro il 52% medio di Eurolandia). Il trend è però crescente anche in presenza di uno stop al processo di riduzione dei tassi, perlomeno nella componente a lungo temine. In febbraio il tasso medio applicato alle nuove operazioni di credito al consumo era pari al 9,28% (9,33% a gennaio). Per i prestiti fino a un anno era del 10,44% (10,57%), per quelli tra 1 e 5 anni era al 9,22% (da 92,3%), ma per quelli oltre i 5 anni era risalito al 7,81% (dal 7,75%). Stesso discorso per i mutui: il tasso medio è sceso marginalmente al 3,76% (dal 3,77%), così come quello fino a un anno (al 3,58% dal 3,61%). In rialzo, invece, i tassi per i finanziamenti tra uno e cinque anni (3,80% da 3,67% di gennaio), tra cinque e 10 anni (5,08% da 5,06%) e oltre i 10 anni (a 5,13% da 5,02%).

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