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DURA POLEMICA DEL MINISTRO ALEMANNO CONTRO IL COMMISSARIO FISCHER

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L'Italia contro la decisione Ue sulle etichette del vino

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Ieri a Verona al Vinitaly il commissario europeo Fischler, sorseggiando vino e sorridendo, ha detto che è stata presa una decisione «a favore dei produttori di vino», per salvare il salvabile dalle grinfie del Wto, e che sulla vicenda delle etichettature «sono state dette tante inesattezze». A quindi affermato: «Noi abbiamo seguito alla lettera le normative dell' Unione europea, ovviamente il governo italiano è libero di impugnare il provvedimento». Dura la risposta del ministro per l'Agricoltura Gianni Alemanno: «Non sono condivisibili le dichiarazioni che il commissario Fischler ha rilasciato al Vinitaly sulle posizione del governo italiano riguardo al regolamento europeo per l'etichettatura dei vini». Alemanno invita Fischler a tener conto del fatto che «la decisione della Commissione europea ha sollevato in Italia proteste generalizzate, non solo del governo ma di tutti i produttori e di tutte le forze politiche, di destra e di sinistra» e aggiungendo che «il governo ha solo interpretato questa volontà popolare, senza forzature e senza strumentalizzazioni politiche». E spiega: «Noi non ignoriamo le motivazioni della Commissione europea, ma siamo convinti che gli esiti potevano e dovevano essere molto diversi. Non si possono affrontare negoziati al Wto solo sulla difensiva quando la globalizzazione dei mercati impone una difesa stringente della qualità dei prodotti agroalimentari e delle denominazioni sia interne che esterne alla Ue. Inoltre - aggiunge - la Comunità europea avrebbe dovuto fare uno sforzo maggiore per comprendere le ragioni dei paesi produttori, negoziando un regolamento più cauto e più netto nella tutela dei diritti dei produttori». «Ricordo - sottolinea ancora Alemanno - che il Comitato di gestione che ha dato il parere su questo regolamento si è espresso con 40 voti contrari contro 47 favorevoli, ben oltre i numeri di una "minoranza di blocco" che nel Consiglio europeo avrebbe impedito l'adozione di una simile decisione». «La nostra impugnativa presso la Corte di Giustizia, tramite l'Avvocatura dello Stato, quindi - osserva il ministro - è un atto di responsabilità politica e i nostri Uffici legali, supportati dalla consulenza di Ernst & Young, ritengono che ci sono concreti motivi giuridici per ottenere l'annullamento di questo regolamento».

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