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Contratti pubblici, nessun «no» pregiudiziale

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Va elaborata con collegialità una strategia di sviluppo che eviti l'impoverimento della classe media

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Forte il significato politico-economico della partita: Fini ha detto che la priorità del governo è di tutelare il potere d'acquisto dei salari. Mentre sono ancora da chiudere i contratti della Ricerca e dell'Università, e, ieri, è arrivata anche la notizia che la Corte dei Conti ha bloccato il contratto della Sanità, Il sottosegretario alla Funzione Pubblica Learco Saporito (An) dichiara che bisogna esaminare le richieste sindacali e che va impostata una politica dei redditi. Senatore Saporito, i sindacati dicono che il 3,5% di aumento non basta, accennano a un 8%. «Innanzitutto il governo non è fermo. Giovedì c'è un incontro con i rappresentanti sindacali e dei Cocer della Sicurezza, nello stesso giorno della scadenza del vecchio contratto. Sarà uno scambio di idee informale sui contenuti economici, per arrivare all'apertura del tavolo vero e proprio. Quanto al pubblico impiego in generale l'approccio non può non tenere conto delle richieste dei sindacati». Che dice delle richieste di maggiori risorse? «La difficoltà di chi vive con lo stipendio fisso, e parlo soprattutto dei pubblici dipendenti, impongono a chi deve decidere di ben esaminare le richieste avanzate. Non si può dire pregiudizialmente "no". Occorre da parte del governo valutare se sia vero o no il deprezzamento del potere d'acquisto dei salari dei pubblici dipendenti. Questi fanno parte della classe media, che costituisce il cuore della società. Molti di noi nel governo hanno la sensazione che la difficile situazione economica sta colpendo ceti che fino a qualche tempo fa erano considerati privilegiati. Il problema va valutato a quel tavolo dello sviluppo previsto a Palazzo Chigi come momento di collegialità di decisione. In quella sede si dovrà parlare anche di politica dei redditi, di Mezzogiorno, delle aree di crisi e del rilancio del sistema produttivo». Questo per le strategie, ma ci sono anche casi specifici. Per esempio è stato contestato l'alto numero, 4500, dei dipendenti della presidenza del consiglio. «Se ricordo bene, i dipendenti della Presidenza del consiglio non sono più di 3000. D'altra parte, non è colpa dei dipendenti, che sono elementi di ben provata validità, se nella Presidenza si includono strutture come la Protezione civile o il Servizio civile, e ministeri come la Funzione pubblica, i Rapporti col Parlamento, le Pari opportunità, i Rapporti con l'Ue, che negli altri Paesi sono strutture autonome».

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