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Il crac Tanzi pesa sui conti delle banche

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L'incremento in valori assoluti, sulla base del bollettino mensile dell'Abi sull'evoluzione dei mercati finanziari e creditizi, è di 1,73 miliardi ed è legato soprattutto alle svalutazioni e alle rettifiche fatte in chiusura di bilancio dei crediti relativi al gruppo alimentare. A novembre, infatti, le sofferenze si erano mantenute da un lato sui livelli del mese precedente a 21,4 miliardi e dall'altro avevano segnato una flessione dello 0,42% su novembre 2002. Incrociando i dati del rapporto Abi e quelli del bollettino economico di Bankitalia l'impatto Parmalat è stimabile intorno allo 0,2% nel rapporto tra sofferenze nette e impieghi totali, che a fine 2003 si attesta al 2,16% contro il 2,06% di novembre e il 2,11% di dicembre 2002. La qualità del credito, rileva però l'Abi, resta nosostante tutto «elevata», come confermato dal rapporto tra sofferenze nette e patrimonio di vigilanza al 12,11%, in aumento rispetto all'11,34% di novembre e all'11,62% di fine 2002. Nessun rischio di stretta del credito, ma emergono comunque segnali di preoccupazione. La dinamica degli impieghi a febbraio, infatti, segnala un calo rispetto a gennaio di circa 5 miliardi a quota 1.026 miliardi, registrando ancora un tasso di crescita annuo che però si assottiglia e passa dal 5,3% di gennaio al 4,38% di febbraio. Diverse le ragioni del calo dei finanziamenti bancari che scontano innanzitutto l'incerto ciclo economico, nonchè la contrazione della domanda di impieghi da parte della Pubblica Amministrazione (-3,8% su febbraio 2003) e di altre istituzioni finanziarie (-12%). Positiva, invece, l'evoluzione del settore privato, imprese e famiglie, con un progresso del 7,7%, un valore, sottolinea, l'Abi che è «superiore di quasi un punto e mezzo percentuale rispetto a quanto segnato a gennaio 2003» e maggiore dell'attuale «crescita del Pil nominale in Italia e all'andamento degli investimenti». Livelli che, malgrado la flessione, consentono all'Italia di avere impieghi con incrementi (+5,9% a gennaio, sulla base degli ultimi dati) più ampi della media dei paesi dell'area euro (+5,1%). Quanto ai tassi, a febbraio si registra un rialzo a quota 4,77%, 5 punti base rispetto al mese precedente. Anche la raccolta evidenzia a febbraio segnali di rallentamento a quota 934 miliardi (-5 miliardi su gennaio), pur conservando un incremento annuo dell'7,41% contro l'8,27% di gennaio. In termini assoluti, rileva ancora il rapporto Abi, i flussi netti della raccolta si attestano a oltre 64,5 miliardi negli ultimi 12 mesi. I depositi da clientela si attestano a 582 miliardi (+6,68% su febbraio 2002), le obbligazioni a 352 miliardi (+8,64%).

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