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BOT-people ancora alla riscossa.

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Che offrono rendimenti erosi per oltre la metà ormai dall'inflazione, ma si rivelano un buon parcheggio - specie se a breve scadenza - per il denaro, tanto più di fronte alla ripresa dell'economia ancora poco convinta e alle incertezze di Piazza Affari. All'asta di ieri i Bot trimestrali hanno visto una richiesta-monstre: i 3,5 miliardi di euro offerti dal Tesoro sono stati sommersi da una domanda pari a 10,826 miliardi, con un rapporto tra domanda e offerta a 3,09. Per trovare un valore tanto alto occorre andare indietro a oltre 4 anni fa, al collocamento dell'11 gennaio 2000 quando il tasso di copertura salì a 3,85. La forte domanda ha messo sotto pressione il rendimento lordo semplice, sceso all' 1,958% da 1,965% dell'ultima asta e a un soffio dal suo minimo storico di 1,956% del 12 gennaio scorso. Un vero e proprio drenaggio di capitale dai corporate bond, e dalla borsa che ancora non convince, verso i titoli di Stato. Ma non è soltanto la fuga dai corporate bond a far tornare in auge il Bot a tre mesi, il cui rendimento netto è sceso all'1,33%. I risparmiatori sono attratti anche dalle prospettive di un taglio dei tassi d'interesse - reso probabile dalle incertezze della ripresa europea - che rende appetibili i Bot a breve scadenza, i cui tassi offerti si rivelano un buon investimento di fronte alla prospettiva di un taglio del costo del denaro.

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