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Lunardi: ci vorrebbe un Bondi un risanatore con ampi poteri

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Un amministratore dai poteri forti che prenda in mano la compagnia e definisca un piano per farla uscire dalla crisi. A questo amministratore spetterebbe poi la definizione di un consiglio ristretto composto da pochi membri ma molto agile». Il ministro dei Trasporti Lunardi indica la strada da seguire per affrontare di petto la grave crisi dell'Alitalia, fermo restano, sottolinea, che «ogni decisione spetta all'azionista quindi al ministro dell'Economia Tremonti e per la parte relatriva alla gestione degli esuberi al collega del Welfare Maroni». I sindacati sono preoccupati che la privatizzazione si risolva in una svendita a cordate di imprenditori finanziariamente deboli. Quale è la sua posizione? «Occorre una privatizzazione parziale con vettori nazionali che non è però una svendita. Nessuno ha intenzione di svendere l'Alitalia». Il piano dell'amministratore delegato Mengozzi è definitivamente superato? «No non va buttato del tutto, in parte si può recuperare. Va bene lì dove prevede un taglio dei costi ma per il taglio degli esuberi occorre definire un accordo con i sindacati». Ma il dialogo con i sindacati si è interrotto. «I sindacati sono divisi, manca un interlocutore unico e così è difficile affrontare il discorso degli esuberi». Ma lei come ministro dei Trasporti avrà pure un'idea di come far uscire l'Alitalia fuori dalla crisi «Ho consegnato una proposta a Palazzo Chigi in cui vengono indicate alcune linee strategiche per salvare la compagnia. Va bene il taglio dei costi ma per gli esuberi bisogna evitare di mandare a casa coloro che sono ancora in grado di lavorare. Chi è vicino alla pensione potrebbe ricevere degli incentivi per uscire. Ma questo nel dettaglio è un problema che va affrontato al ministero del Welfare». Le eventuali dimissioni di Mengozzi e la definizione di un nuovo piano industriale allontanano il momento dell'alleanza con Air France e Klm? «Le tappe del percorso da fare sono queste: prima va definito un piano finanziario condiviso con i sindacati, poi si va alla privatizzazione parziale con vettori italiani e infine si cercano alleanze internazionali. In tutto questo processo va ricordato che aiuti di Stato non sono ammessi perchè vietati dalla normativa europea. Il che vuo dire che Alitalia deve tirarsi fuori dalla crisi con le sue forze».

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