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Capitalia crocevia del nuovo assetto bancario

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Sempre sul tappeto l'ipotesi di un'aggregazione con Unicredit. Il titolo del gruppo bancario vola

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Dopo le ultime vicende legate ai default finanziari italiani, non sarebbe un caso che proprio Capitalia sia stata ieri al centro di rumors (opa amichevole di Abn Amro, seccamente smentita da ambo le parti). Secondo gli analisti, a favorire le voci è stato l'impatto delle ultime vicende per la possibilità che al Governatore di Bankitalia, Antonio Fazio, da sempre solidamente legato al presidente di Capitalia, Cesare Geronzi, possano essere tolti alcuni poteri, compreso quello di autorizzare acquisizioni nelle banche superiori al 5%. Il primo azionista di Capitalia e socio largamente maggioritario all'interno del patto di sindacato, ovvero l'Abn Amro con il 9%, potrebbe poi valorizzare maggiormente almeno uno dei due ingenti investimenti fatti in Italia: l'altro è rappresentato dal 12,6% detenuto in Antonveneta, di cui le manovre di riordino societario sembrano comunque avviate. Un'eventuale opa sulla banca romana lanciata da Amsterdam (che considerando un premio del 20% potrebbe costare oltre 6 miliardi di euro) avrebbe, secondo alcuni analisti, il vantaggio di portare avanti il piano industriale già apprezzato in più occasioni dal mercato. Presenterebbe però lo svantaggio, a seconda dei punti di vista, di avere una delle prime quattro banche italiane in mani straniere. Un'alternativa credibile, nella fanta-finanza che procede nonostante le prese di distanza dei protagonisti, sarebbe costituita da un'aggregazione Unicredit-Capitalia, già smentita a suo tempo. Un'operazione del genere avrebbe il vantaggio di creare un polo bancario internazionale con pochissime sovrapposizioni territoriali, un controllo saldissimo su Mediobanca e una partecipazione notevole in Generali da tenere o valorizzare al massimo a seconda delle esigenze. Lo svantaggio sarebbe costituito dalla difficoltà di trovare un accordo soddisfacente per entrambe le parti (la capitalizzazione di Capitalia è di meno di 6 miliardi contro i 28 di Unicredit) e di attribuire a tutti i protagonisti in campo adeguate poltrone e deleghe effettive. Il titolo Capitalia è volato in Borsa. Ha terminato con un balzo del 4% a 2,598 euro dopo aver toccato un massimo della seduta a 2,655 euro in una giornata convulsa, che ha visto passare di mano il 4,3% del capitale del gruppo presieduto da Cesare Geronzi (94,5 milioni di titoli trattati).

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