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Autostrade, raffiche di aumenti fino al 21%

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In Abruzzo i rincari maggiori. Il leader della Uil Angeletti: va rivisto l'accordo sui redditi

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E in vista di aumenti in altri settori il leader della Uil Angeletti avverte: gli aumenti hanno falcidiato i salari. La politica dei redditi non funziona più. Va rivisto l'accordo del luglio '93. Gli incrementi, per il momento, riguardano solo le tratte non gestite dalla società Autostrade, che per rivedere le proprie tariffe aspetta il via libera del Cipe. Ma altre concessionarie hanno già messo mano ai listini. Si trovano, per cominciare, gli aumenti scattati in Val d'Aosta. Sulla Torino-Aosta le tariffe sono aumentate di 50 centesimi, da 7,70 a 8,20 euro, da Quincinetto ad Aosta, mentre nel tratto piemontese l'incremento è stato di 20 centesimi soltanto per i veicoli a quattro e a cinque assi. Lieve ritocco di 10 centesimi anche sull'Aosta-Courmayeur (da 3,50 a 3,60 euro). In Veneto l'incremento maggiore si registra sulla Padova-Venezia (23 km), dove dal 1° gennaio i pedaggi costano in media il 2,54% in più. Per effetto degli arrotondamenti tuttavia, che fanno scattare il ritocco tariffario dai 10 centesimi in poi, l'incremento peserà solo sulle tre categorie superiori, ovvero autocarri e camion, lasciando invariato il pedaggio per le auto. Aumento medio dell'1,26% per le Autovie Venete, che gestiscono anche l'ultimo tratto in territorio veneto (da Mestre a Portogruaro) della A4 Venezia-Trieste. L'incremento tariffario, per la maggior parte dei tratti, è intorno ai 10 centesimi, mentre per altri più brevi i pedaggi sono invariati. Ticket più caro, in media dello 0,89%, anche sulla Padova-Brescia, che gestisce oltre ai 145 km di questa autostrada anche i 35 km della A31 Valdastico. Sorprese peggiori attendono gli automobilisti diretti in Abruzzo. Dal 1° gennaio, infatti, la Società dei Parchi che gestisce la A24 e la A25 (Roma-L'Aquila-Pescara) ha messo mano alle tariffe decidendo un incremento medio del 21,7%.

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