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Senza esito l'incontro di ieri. Solo dopo il 10 gennaio si capirà se ci sono margini di intesa

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Il faccia a faccia di ieri tra Governo e sindacati sulle pensioni non ha fatto segnare sostanziali passi avanti, ma, per quanto paradossale possa apparire, la mancata rottura e la decisione di proseguire dopo la Befana la tornata di incontri programmati rende ottimista il Governo. Assai più cauti i sindacati che continuano a giudicare assai lontane le rispettive posizioni e spostano a dopo il 10 gennaio ogni giudizio sulla possibilità di raggiungere un accordo. Per il ministro del Welfare Roberto Maroni quello di ieri è comunque stato «un incontro utile e costruttivo servito a registrare le rispettive posizioni: non va inteso come accordo o trattativa. Non so quindi dire se c'èspazio per un accordo, me lo auguro». Nel dettaglio il ministro ha spiegato che sul tavolo della trattativa ieri sono finiti argomenti legati alla previdenza complementare e al sistema di controlli mentre nei prossimi incontri fissati per il 7, 8 e 9 gennaio ha spiegato Maroni «affronteremo temi quali la decontribuzione, la separazione tra assistenza e previdenza e infine come affrontare la gobba che si presenterà dal 2008 in poi». Molto abbottonato il ministro sugli esiti del confronto. «Abbiamo registrato l'opinione dei sindacati che hanno rivolto critiche verso alcune proposte del Governo, ma anche indicazioni molto interessanti sulle prospettive di intervento». Cauti i sindacati. «Solo dopo il 10 gennaio si verificherà se ci sono le condizioni per aprire una trattativa», ha spiegato Morena Piccinini, della Cgil. Anche il segretario confederale della Cisl, Pierpaolo Baretta, parla di «molti nodi da sciogliere». Su alcuni punti le posizioni di merito sono distanti «Per noi per esempio resta fondamentale la regola del silenzio-assenso per la destinazione del Tfr ai fondi pensione e il principio della non parità tra fondi aperti e chiusi». Anche Adriano Musi, della Uil precisa «che non si può prescindere da un confronto sulla previdenza complementare».

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