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Parmalat al collasso, tracollo in Borsa

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Corsa contro il tempo per rimborsare il bond. Rimpallo di responsabilità tra le società di revisione

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Ma forse non tutto è perduto: il salvagente potrebbe essere dietro l'angolo. Questo almeno a giudicare dalle dichiarazioni del presidente di banca Intesa Giovanni Bazoli e di quello di San Paolo-Imi, Rainer Masera. Quello di ieri per Parmalat è stato un ritorno choc alle contrattazioni: dopo tre giorni di sospensione il titolo, riammesso sul listino da Borsa Italiana, ha lasciato sul terreno metà del proprio valore, con scambi elevatissimi che coinvolgono l'intero capitale flottante. Numeri da brivido per una società che fino a qualche settimana fa sembrava destinata a ben altri traguardi. Rispetto ai 2,237 euro di venerdì un'azione Parmalat ora vale 1,17 euro, con un crollo del 47,43%. Sono stati scambiati quasi 400 milioni di titoli, 396.091.517 che corrispondono al 48,56 per cento del capitale sociale. Sono stati bruciati 865 milioni di euro. Quasi tutti i possessori di azioni Parmalat sul mercato, quindi, hanno deciso di vendere, se si considera che la famiglia Tanzi controlla il 51,378% del capitale attraverso la Coloniale, un altro 5,157% fa capo a Deutsche Bank e il 2,199% è in mano al fondo Hermes focus asset management europe limited. Il gruppo che fino alla settimana scorsa era valutato dal mercato 1,8 miliardi di euro, adesso ne vale meno di uno: la capitalizzazione è scesa a 950 milioni. A questo punto il titolo rischia anche l'uscita dall'indice dei titoli guida Mib30 nel quale era entrato lo scorso 30 gennaio. Sul futuro della società sta lavorando il nuovo consulente Enrico Bondi, che a nome delle banche deve fare chiarezza nei bilanci e decidere se ci può essere una via d'uscita e quale sarà. Intanto le società di revisione Parte lo scaricabarile tra le due società di revisione (la Grant Thornton e la Deloitte) finite sotto i riflettori per aver certificato i bilanci della Parmalat. Dalle banche segnali positivi. «Ho fiducia in Bondi e nel suo lavoro", ha detto il presidente di banca Intesa Giovanni Bazoli; tanto più che dei 150 milioni ne restano da pagare solo 40, perché il resto era già stato ricomprato dalla stessa Parmalat. Parole di conforto anche dal presidente del San Paolo-Imi, Rainer Masera: «Stiamo seguendo con attenzione l'evoluzione del gruppo Parmalat". Il governo segue la vicenda a distanza.

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