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VIA LIBERA definitivo alla Camera del decreto legge cosiddetto anti-blackout.

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Tanto che il ministro per le Attività produttive Antonio Marzano, visto che il decreto era a rischio scadenza, ha assicurato all'opposizione che le correzionisaranno ospitate tout court nella legge di sistema. Ma cosa contemplano le nuove norme? Il decreto prevede l'unificazione di proprietà e gestione della rete elettrica, il tetto del 20% ad Enel ed Eni nelle società di gestione delle reti, l'accelerazione della realizzazione di infrastrutture di interconnessione e trasporto e di nuove centrali, liberando dal luglio 2007 tutti i clienti elettrici. Ancora: per quanto riguarda la realizzazione di nuove centrali, il testo interviene su quanto già previsto con il decreto «sblocca-centrali», semplificando ulteriormente i permessi per i nuovi impianti, con un limite di 12 mesi per la conclusione dell'iter. È stato poi introdotto un allungamento temporale delle deroghe ai limiti di emissioni in atmosfera e di qualità dell'acqua e del livello di temperatura degli scarichi: il termine di scadenza della deroga passa dal 31 dicembre2004 al 30 giugno 2005. Da applicare solo e soltanto in casi di emergenza. Ancora: il ministro per le Attività produttive, sempre in casi eccezionali, potrà emanare appositi decreti per riattivare impianti in arresto di lunga durata oppure modificare la programmazione dell'utilizzo degli impianti idroelettrici. Immediate le polemiche. E se l'opposizione maldigerisce le misure cardine, quelle che concedono significative deroghe ai limiti ambientali per recuperare temporaneamente 2mila preziosissimi megawatt di potenza elettrica nazionale, molti dubbi serpeggiano in realtà anche tra le fila della maggioranza. Ci sono perplessità sullo svilimento dei poteri delle Regioni sulle decisioni energetiche come pure sull'accentramento di poteri nel ministero delle Attività produttive a discapito dell'Authority.

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