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Lavoro, in crescita la mobilità interna dal sud al nord

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Negli ultimi 4 anni, 290.000 persone si sono spostate dal Sud al Nord per motivi di lavoro. È quanto si legge nel Piano di azione nazionale contro la povertà e l'esclusione sociale 2003-2005 (Nap) elaborato dal Ministero del Welfare. Il volume complessivo degli spostamenti interni -dice il rapporto- aveva avuto un andamento in discesa a partire dal 1962, anno in cui aveva raggiunto il picco più alto. Ma negli ultimi anni, a partire dalla metà degli anni Novanta, c'è stata un'inversione di tendenza. La mobilità interregionale è di nuovo in crescita in tutto il Paese, soprattutto dal Mezzogiorno verso il Nordest e il Centro. Nel 2001, sono state 67mila e 800 le persone in uscita dalle regioni meridionali (+400 rispetto al 2000). Ad emigrare sono soprattutto gli abitanti della Sicilia, della Campania e della Puglia. Invece la palma dell«accoglienzà va alle regioni del Nordest, dove si è registrato un saldo di +34mila unità, pari a +3,15 nuovi abitanti ogni 1.000. Il rapporto calcola anche la media delle persone che ogni anno si spostano da Sud a Nord: tra le 150 e le 200mila. Nella maggior parte dei casi si tratta di giovani diplomati o laureati in cerca di lavoro. Tuttavia, secondo lo studio del Ministero del Welfare, la mobilità geografica, definita il «vero collo di bottiglia dell'incrocio domanda-offerta di lavoro», deve essere incoraggiata e agevolata. A questo scopo, il dicastero guidato da Roberto Maroni indica alcuni indirizzi da perseguire, come lo sviluppo di servizi specifici (per l'integrazione sociale e la crescita professionale) e, soprattutto, di opportunità di lavoro che prevedano la possibilità di rientro nel territorio di origine. Questo è l'obiettivo del progetto «Sud-Nord-Sud», avviato dal ministero e realizzato da Italia Lavoro, Agenzia Tecnica del Welfare, in collaborazione con le Regioni. Il programma ha lo scopo di governare la mobilità geografica dei lavoratori e delle imprese, riducendo, da un lato, il numero di persone che si spostano verso il Nord in assenza di sostegno e, dall'altro, incoraggiando le imprese a investire al Sud anzichè delocalizzare la produzione all'estero. Questo meccanismo permetterà il ritorno a casa dei lavoratori che oggi si spostano sul territorio. Il progetto ha un bacino potenziale annuo di circa 15mila utenti selezionati nei Centri per l'impiego, con almeno 3.000 lavoratori che, in concreto, potrebbero decidere di spostarsi ed un minimo di 600 imprese impegnate. Ad oggi, sono stati formati appositamente per il progetto 'Sud-Nord-Sud' oltre 150 operatori dei Centri pubblici per l'Impiego.

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