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Presto mini-generatori elettrici per bollette meno pesanti

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Porteranno ad una bolletta elettrica più leggera, ad un taglio delle emissioni di gas serra e ad allontanare il rischio di black out. È infatti in via di finalizzazione l'accordo di programma tra ministero dell'Ambiente, Confindustria e istituti bancari per la diffusione della tecnologia della microgenerazione. L'annuncio lo ha dato il ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli, a margine del vertice europeo dei ministri dell'Ambiente e dell'Energia ieri a Montecatini. «Si tratta - ha spiegato Matteoli - di impianti autonomi ad alta efficienza, con una taglia compresa tra 350 kW e 2 MW, che producono energia e calore. La loro diffusione su scala nazionale consentirà un taglio di 12.000-15.000 MW di elettricità ed una conseguente riduzione di 6-8 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica». Il costo di ognuno di questi impianti si aggira tra 500.000 e 1,5 milioni di euro. Per sostenere il programma di diffusione di questa tecnologia, ha rilevato il ministro, «faremo una campagna capillare di informazione, in modo da rendere note a tutti le possibilità di risparmio. L'accordo con le banche serve ad assicurare che gli investimenti iniziali per l'acquisto degli impianti siano fatti con bassi tassi di interesse. Occorre poi eliminare il vincolo della connessione obbligatoria alla rete elettrica nazionale». Gli impianti a microgenerazione, ha proseguito Matteoli, «hanno un'altissima efficienza: a parità di energia elettrica e di calore prodotti garantiscono un taglio dei consumi del 30-40% rispetto agli impianti tradizionali». L'accordo di programma, ha aggiunto, «è ormai in fase di finalizzazione e contiamo di chiuderlo entro l'anno. Anche con la diffusione di questa tecnologia si potrà rispondere a due grandi emergenze: la sicurezza energetica (sempre più minacciata come dimostrano i rischi di black out di questi giorni) ed i cambiamenti climatici favoriti dalle emissioni di anidride carbonica». La microgenerazione è una tecnologia già in uso, ha poi informato il direttore generale del ministero dell'Ambiente, Corrado Clini, «ci sono imprese italiane che lavorano su questo ed hanno adottato tecnologie raffinate (gas naturale ed in futuro anche idrogeno). I microgeneratori sono meno ingombranti degli impianti tradizionali, non devono essere collegati in rete ed hanno un'altissima efficienza. Sono particolarmente adatti ad utenze come centri commerciali, università, piccole e medie imprese». «Se si riuscisse a sfruttare tutta la potenzialità di questa tecnologia presente in Italia - ha proseguito Clini - potremmo alleggerire la domanda sulla rete elettrica fino a 12.000-15.000 Mw, pari a quanto producono ben 10 centrali di media grandezza. E a ciò naturalmente corrisponde anche una consistente riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra».

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