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Il mercato dell'auto è in caduta libera

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Risalita dei marchi Fiat a settembre con i nuovi modelli. Morchio a Detroit per il piano di rilancio

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Che non recupera, anzi, perde ancora quota. Dopo le perdite ingenti del mese scorso, in parte giustificate con la fine degli ecoincentivi, a giugno il settore automobilistico - secondo le proiezioni degli operatori del settore - dovrebbe perdere oltre il 5% attestandosi a quota 170mila veicoli immatricolati contro le 180.300 di giugno 2002, che fu comunque un mese "non buono", tanto che poi il governo varò gli ecoincentivi nei mesi successivi. Alla caduta libera di tutte le marche non fa eccezione Fiat. In base alla tendenza in atto, la quota di mercato del gruppo (Alfa, Lancia Fiat) di giugno è prevista ancora sotto il 30% (29,3% in maggio) e in calo rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Gli analisti non si attendono una risalita della quota dei tre marchi del Lingotto prima del lancio dei nuovi modelli a settembre. Secondo gli operatori, il clima che si respira nelle concessionarie non fa ben sperare per il prossimo futuro del mercato automobilistico italiano. Nell'intero anno 2003 gli analisti stimano che alla fine ci saranno immatricolazioni tra i 2.050.000 e i 1.950.000 veicoli immatricolati sempre che il governo non decida di ricorrere di nuovo agli eco-incentivi: Al momento, però, non ci sono i presupposti di un rilancio degli eco-incentivi: da un lato la Confcommercio punta a incentivi per altri settori, dall'altro la Confindustria ritiene che più che incentivi ci sia bisogno di una politica dei redditi volta ad incrementare lo sviluppo e i consumi. Rispetto al mercato automobilistico che comunque è in uno stato di crisi, che lo riporta sui livelli fisiologici di qualche anno fa - ricordano gli analisti - "l'economia nazionale e internazionale è in una situazione molto più grave nella quale cominciano ad apparire i primi segnali di deflazione". Tornando al piano di rilancio Fiat il segretario della Fiom-Cgil Gianni Rinaldini conferma le infauste previsioni dei giorni precedenti. «Si va verso un disastro e nessuno se ne accorge». Anche per Giorgio Caprioli, segretario generale della Fim-Cisl: «Il piano di quest'anno dimostra che quello che noi criticavamo l'anno scorso era insufficiente». Ma i sindacati non si limitano a criticare e rilanciano una proposta: la produzione di una nuova auto che prenda il posto della Stilo, la quale non piace agli italiani. Infine, è previsto per domani mattina un incontro tecnico a Milano tra le quattro principali banche del prestito convertendo a Fiat, su alcuni punti del piano. I rappresentanti di Intesa, SanPaolo-Imi, Unicredit e Capitalia dovrebbero incontrare in un secondo momento il direttore finanziario Fiat, Ferruccio Luppi.

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