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Monte Paschi, si riapre il risiko delle fusioni

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L'istituto attende le prossime mosse della Bnl dopo le dimissioni di Croff

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E così anche per il Monte dei paschi di Siena, proprio un giorno prima della riforma degli enti, la Fondazione è scesa sotto il 50%, esattamente al 49, del capitale, trasformando le azioni ordinarie in privilegiate, e diventado di conseguenza azionista non più di controllo ma solo di riferimento. L'adempimento di legge conicide anche con un altro avvenimento: le dimissioni da amministratore delegato, avvenute venerdì, dell'amministratore delegato della Banca nazionale del lavoro Davide Croff (nella foto) che proprio insieme all'ex direttore generale di Mps Vincenzo De Butis (se ne è andato appena qualche settimana fa) avevano lavorato più di ogni altro al progetto di unione dei due istituti di credito. Matrimonio più volte annunciato ma mai celebrato senza, comunque, arrivare alla rottura ufficiale del finanziamento. Pier Luigi Fabrizi -che del Monte è presidente e di Bnl vice (Mps dediene della banca romana il 4,7% più un 3,4 in sindacato con la Popolare di Vicenza)- sull'argomento è stato alquanto vago: «Lo scenario è talmente in evoluzione» ha detto. Il Monte, in ogni caso, per il momento "resta alla finestra, per vedere quanto succede in Bnl e nel sistema bancario italiano". Lo aveva detto nell'ultima assemblea di bilancio il 26 aprile scorso. Rispetto ad allora il tono è apparso comprensibilmente più prudente ma ugualmente fermo nel voler tutelare "la nostra partecipazione nella banca". Un ingente capitale investito in Via Veneto che Fabrizi ha assicurato di volere difendere "a prescindere dall'opzione Bnl". Per poi precisare che "eventuali altre opportunità non le abbiamo così come partecipazioni uguali" a quelle nella banca romana. Nessuna indicazione è arrivata dal presidente sui nuovi soci Bnl, in primo luogo Diego Della Valle, vicino al presidente di Via Veneto, Abete , e tra i motivi che avrebbero portato alle dimissioni di Croff.

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