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MILANO — L'antitrust sblocca i diritti di voto di Premafin e Mediobanca in Generali, ma tiene acceso ...

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Restano quindi i rischi per la concorrenza nel settore assicurativo che avevano portato l'antitrust a sterilizzare nelle assemblee ordinarie l'intera quota del 2,4% di Fondiaria-Sai in Generali e di una parte (2%) della partecipazione detenuta da Mediobanca (13,6%) nella compagnia di Trieste, quando lo scorso dicembre aveva concesso il via libera alla fusione fra Sai e Fondiaria. Allora il sì dell'autorità per la concorrenza e il mercato era condizionato all'allentamento dei legami che collegavano il gruppo assicurativo post-fusione con le Generali. L'authority aveva infatto rilevato un controllo congiunto di Piazzetta Cuccia e Premafin su Fondiaria-Sai che, data l'influenza esercitata da Mediodanca sul Leone, poteva falsare la concorrenza nel mercato delle assicurazioni danni, dove il gruppo triestino e Fondiaria-Sai occupano rispettivamente il primo e secondo posto in classifica. La discesa di Mediobanca dall'11% al 2% di Fondiaria-Sai con il trasferimento, tramite equity swap, della quota ad Abn Amro, Banque Aig, Bnp Paribas, Deutsche Bank e Goldman Sachs agli inizi di febbraio, unita all'azzeramento dei debiti di Premafin verso Piazzatta Cuccia, completata a metà maggio, hanno fatto venir meno il controllo congiunto e, con esso le regioni, per il congelamento dei voti in Generali. A non far calare la guardia dell'authority sul triangolo Generali-Fonsai-Mediobanca è il fatto che Unicredit e Capitalia sono diventati «i principali creditori attuali di Premafin» e allo stesso tempo «importanti azionisti di Mediobanca e presenti nell'azionariato di Generali».

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