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Inflazione ferma nonostante il calo del greggio

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A maggio carovita al 2,7%. Benzinai resistono a trasferire alla pompa la discesa del petrolio

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Il calo del prezzo del petrolio e il super-euro potevano fare attendere una diminuzione del caro-vita (registrata peraltro dalle città campione), considerata anche la frenata dei prezzi alla produzione). Così invece non è stato. A pesare soprattutto gli aumenti nel settore del turismo (+0,5% sul mese e +4% sull'anno) legati, secondo gli analisti, al super-ponte di Pasqua, 25 aprile e Primo Maggio. Ma ad ostacolare questo mese una frenata dei prezzi, che secondo il mercato è comunque inevitabile già a partire dal prossimo mese di giugno e fino alla fine dell'anno, sarebbe anche una certa resistenza dei distributori di benzina che non hanno trasferito alle pompe tutti i vantaggi del calo del prezzo del petrolio e del cambio più vantaggioso. Se è vero che a livello congiunturale le uniche voci in calo sono quelle legate al petrolio (trasporti e elettricità e combustibili), è anche vero che le variazioni (rispettivamente -0,1% e -0,2%) sono inferiori a quanto ci si poteva attendere. Questo mese c'è poi un aumento marcato nel settore alberghi, ristoranti e pubblici esercizi (+0,5%), «conseguente - afferma Guida - al lungo ponte che c'è stato tra aprile e maggio». Per l'analista di TradingLab «sembra che complessivamente l'inflazione tardi a frenare e questo pone dei problemi di potere di acquisto per i consumatori visto che le retribuzioni crescono al di sotto del 2%». Per Guida «questo tasso di inflazione rischia di frenare ulteriormente la crescita». Intanto l'Unione Petrolifera afferma che a maggio il prezzo medio della benzina è sceso del 2,4% e quello del gasolio del 5%. Nel confronto con maggio 2002 il prezzo della benzina ha subito una contrazione del 3%, mentre quello del gasolio si è ridotto dello 0,8%.

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