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Sui mercati prevalgono i realizzi Borse a due velocità si sgonfiano i rialzi Milano cede lo 0,82%

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Ed è così che Wall Street frena al corsa verso l'alto proseguita anche ieri nelle piazze europee. Alcuni dati economici Usa hanno spinto gli investitori alla cautela subito registrata dalla Borsa newyorkese. I listini continentali guardano oltreoceano e frenano: Londra chiude a +0,67%, mentre Parigi arretra fino a concludere a -1,30%; regge Francoforte (+2,13%), mentre Milano finisce in rosso, con il MIbtel a -0.82%, il Mib30 a -1,11% e il Numtel a -0.18%. Tra le blue chip milanesi, dopo i realizzi che in apertura avevano coinvolto soprattutto i bancari, l'andamento non è uniforme. Fiat torna di slancio sopra quota 6 euro (+2,23%). Generali, nel giorno del consiglio d'amministrazione, appuntamento cruciale per capire se davvero si sta delineando un accordo tra i due schieramenti in campo, inverte la rotta (-2,80%). Il titolo, dopo la debolezza iniziale, è ripartito a razzo con l'annuncio di un passaggio ai blocchi dell'1,45% del capitale a un prezzo (24,16 euro) notevolmente superiore a quello di Borsa, poi è andato giù. Perde anche Mediobanca (chiude a -2.79%), e restano depressi i titoli della scuderia Tronchetti-Provera (Tim -3,20% Telecom -1.39%, Olivetti -1.34%, SeatPg +0.03%, mentre Pirelli guadagna lo 0.41%). Positivi alcuni bancari, Capitalia +1.38%, Bnl +0.08% e Unicredit (+0.59%); male invece Intesa (-3.43%). Il titolo migliore del Mib30 è Parmalat, che guadagna il 4.53%. Tra i peggiori di Piazza Affari, Edison (-5.22%). Sulla Borsa di New York pesano i dati macroeconomici e quelli societari. L'attenzione generale è comunque sulla riunione serale del comitato monetario della Riserva Federale. La Banca centrale Usa non dovrebbe rivedere i tassi di interesse, già ai minimi dagli anni '60 all'1,25%, ma potrebbe optare per adottare un orientamento più espansivo, vista la difficile situazione congiunturale. Sul piano societario, i titoli legati al tabacco subiscono la pressione della notizia, riportata dal New York Times, che il ministero della Giustizia potrebbe chiedere un pagamento forfettario di 289 milioni di dollari come risarcimento per aver attuato pratiche di mercato fraudolente o pericolose per più di 50 anni.

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