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di SERGIO LUCIANO RIPARATO dallo scudo della sua personale credibilità e dall'avallo ...

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"Il concambio 1 a 7 per la fusione Telecom-Olivetti riflette le quotazioni medie ed è stato approvato dai banchieri", ha replicato Tronchetti. Ma l'opinione degli operatori è diversa. Per loro, il piccolo azionista Telecom viene sostanzialmente penalizzato da un concambio che valorizzerebbe troppo la holding, cioè l'indebitata Olivetti, appunto a danno della grande (e ricca) società operativa. C'è da giurarci che nei prossimi giorni questo dissidio troverà nuovi sviluppi e già nella serata di ieri non mancavano gli "indovini" che pronosticavano per l'intera operazione una fase di "carenaggio" e di riformulazione su basi diverse. Si vedrà. Quel che però è sfuggito - si direbbe - ai commenti "a caldo" è un ritorno con la memoria alle cause remote dei problemi finanziari che oggi inducono Tronchetti a varare il riassetto. Il "padre di tutti i guai" si chiama Opa. O meglio: l'enorme montagna di debiti contratti dall'Olivetti, all'epoca gestita da Roberto Colaninno, per poter comprare Telecom. Debiti fatti... a spese di Telecom. All'epoca - era il '99, le Borse andavano bene, e non si respirava l'aria di crisi e di guerra che ci soffoca oggi - gli operatori finanziari giubilarono per il fatto che in Italia avesse luogo l'Opa "più grande mai tentata" in Europa. Ma i fatti, il famoso "senno di poi", dimostrano che quell'Opa aveva il "vizietto". Era cioè quasi interamente finanziata dalla società bersaglio: aveva - come si dice in gergo - una "leva finanziaria" troppo pesante, perfino per le robustissime spalle di Telecom. Il progetto dell'Olivetti era infatti quello di sviluppare tali e tanti ricavi gestendo Telecom in modo aggressivo ed efficiente da far affluire da essa al "piano di sopra", cioè appunto alla controllante Olivetti, tutte le risorse finanziarie necessarie a ripianare il debito. Cosa si è inceppato? Un po' tutto: Telecom è stata gestita bene e si è confermata quella "gallina dalle uova d'oro" che in fondo era sempre stata, ma la dimensione delle sue "uova" non è bastata. L'avvento della gestione Tronchetti ha ulteriormente migliorato l'efficienza di Telecom, ma è intervenuto su un quadro finanziario ulteriormente compromesso rispetto a quello lasciato da Colaninno & C. E' la legge di sempre: debito chiama debito. Non bisogna meravigliarsene, e tantomeno piangere lacrime di coccodrillo.

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