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Bisogna saper spiare

Il caso Skripal e le verità su Giulio Regeni

Pietrangelo Buttafuoco
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Se Vladimir Putin vince le sue elezioni, vince la Russia ed è un problema per gli Usa di Donald Trump (e per l'intero Occidente, Italia compresa). È guerra, fredda o calda che sia, e come in amore tutto è permesso. L'eliminazione di Sergej Skripal – ex agente segreto russo, da quattordici anni residente in Gran Bretagna – alla Russia non di certo giova, impegnata fino a ieri con le presidenziali e, prossimamente, con i Mondiali di calcio 2018.  No di certo giova a Mosca ma tutto lo gnao-gnao “libelale” belante accusa senza prova e quel che il Foreign Office decide è dogma per il cosiddetto mondo libero, Italia compresa. Il lavoro dei servizi segreti è quello che è: operano nell'opacità e al risultato – legittimo – ci arrivano per scavalco, carambola e saltafosso. È un porco lavoro tutto di azione e reazione, lo spionaggio. La Russia sa ben cavarsela, ma l'Italia – appunto, l'Italia – così sollecita nello gnao-gnao, com'è che non è riuscita a farsi dare da Londra che sa la verità su Skripal, la spiegazione che non darà mai su Giulio Regeni, spedito al Cairo e abbandonato lì, dai servizi di Sua Maestà Britannica?

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