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Renato Zero, video omaggio del cantante per i 168 anni della Polizia di Stato

Carmen Guadalaxara
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L'omaggio alla Polizia di Stato, per i festeggiamenti dei suoi 168 anni, arriva dal cantante Renato Zero, figlio di Domenico anche lui poliziotto. “Grazie a mio padre per avermi offerto l'opportunità di conoscere la forza e la grande utilità di questa istituzione - ha spiegato Zero”.  Come tanti altri ragazzi della sua generazione che lottavano contro le convenzioni, Renato Zero è finito spesso nel mirino della Polizia. Condotto in commissariato, ha più volte incontrato suo padre, Domenico Fiacchini, il quale però non ha mai giudicato le sue scelte. “È morto nel 1980 e di me è stato sempre fiero – aveva dichiarato Renato al nostro giornale qualche tempo fa.  Senza impormi nulla, suggerirmi niente, pretendere che fossi qualcos'altro da me.  Papà era rimasto a lavorare in centro, nel commissariato Campo Marzio – ricorda l'artista – Ogni tanto i suoi colleghi, ragazzi per cui eravamo più o meno carne da macello, facevano retate casuali. Quelli “strani”, a partire dai capelloni, finivano tutti nel blindato”. Anche se per la Polizia Renato Zero ha rappresentato una piccola minaccia ha sempre potuto contare sulla sua comprensione dei suoi genitori, e in particolare su quella di suo padre, Domenico: “Papà era diverso – ricorda infatti l'artista – Mi incontrava, con lo sguardo dolce, nei corridoi del commissariato illuminati dal neon: “Ancora qui ti trovo – mi diceva” . Poi improvvisamente c'è stato il riscatto. “Quando sono diventato Zero  tutti gli chiedevano i biglietti gratis e lui sventolava con fierezza il biglietto comprato”. Una passione, quella per la musica, che a quanto pare ha ereditato proprio da suo padre, che “poteva diventare un grande tenore” e invece ha scelto la divisa.

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