Buon compleanno "ar Monnezza"
L'attore scomparso ormai tre anni fa
Tomàs Miliàn (il cui vero nome è Tomàs Quintìn Rodriguez Varona y Miliàn) avrebbe compiuto oggi 87 anni. Nato a l'Avana (Cuba) il 3 marzo 1933, figlio di Lola e Tomàs, se n'è andato il 22 marzo 2017 a causa di un Ictus. La sua storia è ricca di colpi di scena gloriosi, ma anche di dolori atroci: nel pieno dell'infanzia ha assistito al suicidio del padre, il 31 dicembre 1945, nella notte di Capodanno. Il giovane Tomàs negli anni Cinquanta decide di abbandonare la sua terra per trasferirsi negli Stati Uniti, Paese di cui ottiene la cittadinanza. Giunge prima a Miami, dove si iscrive all'Università dell'Accademia Teatrale, per poi spostarsi a New York: qui, su insistenza della responsabile della scuola di recitazione che frequenta, si iscrive all'Actor's Studio. Miliàn ha così l'opportunità di lavorare a teatro, addirittura a Broadway, e di apparire in televisione nella serie “Una donna poliziotto”. Al cinema invece, all'inizio, la strada è in salita. Tomàs non è soddisfatto di nulla, odia i ruoli che gli vengono assegnati e soprattutto non è contento dei guadagni. La svolta però avviene con “La resa dei conti” di Sergio Sollima, un classico spaghetti-western dell'epoca. Particolarmente fruttuosa, poi, è la collaborazione con Bruno Corbucci, che lo dirige, tra l'altro, in “Squadra antifurto”, “Squadra antitruffa”, “Il figlio dello sceicco”, “Messalina, Messalina!”, “Squadra antimafia”, “Squadra antigangsters” e “Assassinio sul Tevere”. Per Stelvio Massi, invece, recita in “Squadra volante” e “La banda del trucido”. Il personaggio del maresciallo (poi ispettore) Nico Giraldi gli dà la fama: un poliziotto poco urbano e dai modi per nulla garbati, che risolve i casi anche contando sull'aiuto dell'amico Bombolo. L'altro grande personaggio che gli regala notorietà è “Er Monnezza”, un ladro dei bassifondi romani. Sul finire degli anni Settanta, l'attore cubano ritorna al filone drammatico, recitando ne “La luna” di Bertolucci; nel 1982, è diretto addirittura da Michelangelo Antonioni in “Identificazione di una donna”. Nel frattempo ha partecipato, ancora sotto la direzione di Corbucci, a “Uno contro l'altro, praticamente amici” (in coppia con Renato Pozzetto), e, insieme con l'inseparabile Bombolo (Franco Lechner) a “Delitto al ristorante cinese”, “Delitto sull'autostrada”, “Il diavolo e l'acquasanta”, “Delitto in Formula Uno” e “Delitto al Blue Gay”. Tra le sue interpretazioni migliori, è indimenticabile quella girata ne “La banda del Gobbo”, forse la più popolare. Proprio per questo la più vera. A fare da sfondo c'è il magnifico testo della “Sora Rosa” di Antonello Venditti: “Annamo via, tenemose pé mano. C'è solo questo de vero pé chi spera, che forse un giorno, chi magna troppo adesso, possa sputa' le ossa che so' sante”.