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Diodato dedica la vittoria a Taranto

Il cantante commosso racconta la sua avventura

Carmen Guadalaxara
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"Voglio dedicare questo premio alla mia città", a Taranto, "è una città in cui bisogna fare rumore. Questo premio lo dedico a tutti quelli che lottano per una situazione insostenibile". Con queste  incisive parole Diodato ha commentato la sua vittoria alla 70esima edizione del Festival della Canzone italiana con il brano "Fai Rumore". È dal primo maggio 2013 che Diodato è, infatti, al fianco del comitato dei cittadini e dei lavoratori "Liberi e pensanti", organizzatore del "contro-concertone" (in aperta antitesi col concerto del Primo Maggio a Roma creato dai sindacati oltre vent'anni fa). "Sono arrivato a questo successo dopo tanti anni di gavetta, e così si raggiunge la felicità. Non a caso il mio album si intitola 'Che vita meravigliosa'. Nella vita ho avuto tante batoste, ho suonato in condizioni estreme, anche con pochissimi spettatori. Sono le cose che ho vissuto e ho imparato. Ho imparato a vedere otto persone davanti a me e a suonare per quelle otto persone, che avevano comprato il biglietto per me".    "Vita meravigliosa”, undici singoli, racconta se stesso anche quando narra delle storie: “Anche se non sono io il protagonista – ammette-  sento comunque ogni volta di voler dare importanza al mio sguardo. Non credo di essere mai stato così tanto me stesso, d'essere mai stato in grado di mettere così a fuoco il mio vissuto e tutte le sensazioni che mi hanno portato a dare questo titolo prima a una canzone e poi a questo album. Ero pronto a condividere, a raccontare questa condizione di perenne viaggiatore, navigante felicemente disperso, di osservatore talvolta malinconico, talvolta disincantato, di eterno bambino innamorato di questa giostra folle. Innamorato, appunto, ed è forse questo amore ad averci portato a questa data del 14 febbraio”. La fragilità, l'assenza, il bisogno di amore e di amare in Fino a farci scomparire, Quello che mi manca di te e Non ti amo più con Fai Rumore, le migliori. Il cantautore è di un'onestà intellettuale con sè stesso e con gli altri che mette in luce quanto la sua scrittura sia coraggiosa. “Per essere onesto con gli altri devi essere obbligatoriamente onesto con te stesso e non è facile: soprattutto quando scrivi puoi cadere in alcune trappole che ti costruisci per difenderti per non mostrarti troppo, per tutelarti. Comunque quando racconti delle tue debolezze o intimità quella cosa lì la stai raccontando a te stesso ma poi sai che arriverà a altre persone". 

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