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Edo Ferragamo: meglio la chitarra della moda

Edoardo Ferragamo

Katia Perrini
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È il suo più grande amore. Se la porta a letto e spesso si addormenta con lei tra le braccia mentre compone. Edoardo Ferragamo, nome d'arte Edo, 26 anni, nipote del mitico Salvatore - che ha portato la moda italiana in tutto il mondo - non riesce a staccarsi dalla sua amata chitarra. Grande appassionato di musica, ha deciso di seguire un percorso molto lontano dal mondo in cui ha sempre vissuto, la moda. Si è trasferito in America per studiare e ora il suo sogno diventa realtà: il 25 gennaio esce il primo Ep - pop moderno con influnze elettroniche - dal titolo «Common People», scritto con il rapper Cayenne Noluck. Come nasce la sua grande passione per la musica e, in particolare, per la chitarra? «Quando avevo 12 anni ho visto un film, "School of rock", che mi fa folgorato. Appena tornato a casa sono sceso in cantina - mia madre teneva lì una sua chitarra classica - e ho iniziato subito a strimpellare e a prendere lezioni. A 15 anni la chitarra era già la mia vita. Al liceo, a Firenze, ho messo su una band. Da lì ho convinto i miei genitori (il papà Leonardo e la mamma Maria Beatrice ndr) a farmi trasferire in America per frequentare il Berklee College of Music di Boston. Un'esperienza fantastica!». Qual è la sua musica di riferimento? «Sono cresciuto con i Deep Purple e gli AC/DC, poi sono passato alla musica funk, jazz e fusion. L'hip hop mi è sempre piaciuto. Ora è il momento dell'elettronica». Ascolta musica italiana? I suoi artisti preferiti? «Mi piace Andrea Bocelli. Siamo diventati amici. Lui e suo figlio sono pazzeschi. Matteo farà una grande carriera. Apprezzo molto anche la loro umanità, fanno tanto con la loro fondazione per i bambini di Haiti. Poi mi piace Jovanotti. L'ho conosciuto a Firenze, ho potuto assistere alle registrazioni di "Oh Vita!" grazie al nostro produttore Roberto Baldi». Verrà in Italia a promuovere «Common people»? «Farò una serie di concerti in America, poi in Europa. Spero di essere in Italia la prossima estate». Lei vive quasi stabilmente a New York. Si sente più italiano o americano? Tornerebbe a vivere in Italia? «Sono italiano al cento per cento. Ho la fortuna di vivere a New York dove c'è un'energia pazzesca. Mi piace molto vivere in America, il mondo va veloce qui. Ma la cultura e le tradizioni italiane sono uniche. Per il momento devo vivere negli Usa, ma se penso alla famiglia vorrei crescerla in Italia, anche a Firenze, la città dove sono nato». Non ha mai pensato di lavorare nell'azienda di famiglia e di occuparsi di moda? «Ho iniziato presto a occuparmi di musica e il dubbio di lasciarla non l'ho avuto mai. Sono stato molto fortunato, i miei mi hanno trasmesso il calore della famiglia e l'attenzione e la cura per i dettagli. Sono valori irrinunciabili per me».

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