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"Hyena", dalla Florida al Kentucky tutti pazzi per il corto di Elmi

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Il regista Luca Elmi

Silvia Sfregola
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Può una madre perdonare l'assassino del proprio figlio? E un uomo che si è comportato come una bestia feroce, può  pentirsi veramente? È su questi temi che s'interroga "Hyena", il cortometraggio di Luca Elmi. L'opera del regista italiano riscuote premi e consensi in Italia, così come negli Stati Uniti, toccando temi delicati come quello della pena di morte, dell'omicidio e degli abusi. Hyena è stato selezionato tra i corti in concorso al Louisville's International Festival of Film nonché al Central Florida Film Festival e si è aggiudicato il secondo posto nella sezione “drama shorts” dell'Indie Gathering International Film Festival. In Italia invece, ha vinto il premio della Giuria Giovani dell'Amarcort Film Festival.  Il cortometraggio, girato quasi come fosse una pièce teatrale, attira subito l'attenzione, aprendosi sull'incontro tra Victoria e Billy, in un penitenziario federale del Kentucky. Tra loro, un prete. Billy è condannato a morte e di lì a pochi giorni verrà mandato alla camera a gas. Dieci anni prima, lui, ha assassinato il figlio di lei, dopo averne abusato. In un confronto drammatico e feroce, l'istinto di una madre e il rimorso di un uomo che sta per morire, cercheranno di rispondere a domande che non hanno risposta e il perdono non è così scontato, neanche in punto di morte. Questo perché la iena, forse, è in tutti noi. 

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