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U2 all'Olimpico di RomaSale la febbre per il doppio concerto

Bono, The Edge e Larry Mullen Jr. durante il

Carlo Antini
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“Recentemente ho riascoltato The Joshua Tree per la prima volta dopo quasi 30 anni…è come un'opera. Tante emozioni che sono stranamente attuali: l'amore, la perdita, i sogni spezzati, la ricerca dell'oblio, la polarizzazione…tutti i grandi temi...Ho cantato molte di queste canzoni diverse volte...ma mai tutte. Ne ho proprio voglia, se il nostro pubblico è eccitato come noi...sarà una serata grandiosa”. A parlare è Paul Hewson in arte Bono Vox, da 37 anni voce e leader della band irlandese degli U2. Bono, The Edge, Adam Clayton e Larry Mullen Jr. si preparano a sbarcare allo stadio Olimpico di Roma dove sabato 15 e domenica 16 luglio alle 21 terranno le uniche due date italiane del loro “The Joshua Tree Tour 2017”, nato per celebrare i 30 anni dall'uscita dell'album omonimo che li ha lanciati nell'Olimpo del rock vendendo oltre 25 milioni di copie e lasciando traccia di sé in chi è venuto dopo. Solo una settimana fa è cominciata la tranche europea del tour con due tappe nello stadio londinese di Twickenham già passate agli annali e accolte da un'ovazione di pubblico e critica. “Where the streets have no name”, “I still haven't found what I'm looking for”, “Bullet the blue sky”, “Running to stand still”, “Red Hill Mining Town”, “With or without you”, “Exit” sono solo alcune delle canzoni che compongono lo storico album e che costituiranno l'ossatura della scaletta dei due concerti all'Olimpico. Ma non mancheranno omaggi tratti da “War” come “Sunday Bloody Sunday” e “New Year's day” e da “The Unforgettable Fire” come “Pride (In the name of love)” e “Bad”. Per accontentare i fan dell'ultim'ora, nella seconda parte del live i quattro irlandesi faranno capatine nel repertorio a cavallo tra gli anni '90 (“Ultraviolet” e “One”) e 2000 (“Beautiful day”, “Elevation” e “Vertigo”).  Terrorismo, morte, droga, imperialismo, guerre di religione, disoccupazione. Di questo parlava “The Joshua Tree” e di questo parlano ancora le cronache di tutti i giorni. L'America di Reagan non c'è più. Al suo posto c'è quella di Trump. Il Regno Unito della Thatcher è tramontato ma la Brexit continua a far sentire lontano la sua eco. Croci in fiamme sono tutt'ora il panorama col quale l'Occidente è costretto a fare i conti. Ancora dopo 30 anni. E la voce di Bono suona profetica e attuale come forse non lo è mai stata prima d'ora. Dalle 19.30 spalla dei due concerti romani saranno Noel Gallagher e i suoi High Flying Birds che suoneranno per circa un'ora proponendo classici come "Champagne Supernova" e "Wonderwall". L'ex Oasis tornerà poi sul palco per un gran finale a sorpresa da superband. Sui maxischermi scorreranno i visual preparati da Anton Corbijn, l'autore della celebre foto sulla copertina dell'album originale dell'87 che ritrae la "yucca brevifolia” (l'albero di Giosuè appunto) nel deserto americano. Dopo sabato e domenica gli U2 continueranno il loro volo verso Barcellona, Dublino, Parigi, Amsterdam e Bruxelles. “The Joshua Tree Tour 2017” farà poi nuovamente ritorno in Nord America il 3 settembre toccando ancora Detroit, la città in cui la band suonò per la prima volta come headliner il 30 aprile '87 allo stadio Silverdome, esibendosi nel tour originale. “Sembra che siamo tonati al punto di partenza – chiosa il chitarrista Dave Evans, in arte The Edge - al periodo in cui le canzoni di The Joshua Tree furono scritte, con disordini globali, partiti politici di estrema destra e alcuni dei più importanti diritti umani a rischio. Per celebrare l'album, visto che le canzoni sembrano così adatte a questi tempi, abbiamo deciso di fare questi concerti, ci pare il momento giusto. Non vediamo l'ora”. La pensano così anche i quasi 2 milioni e mezzo di fan che hanno già comprato il biglietto in tutto il mondo. Per assistere a quello che sarà il più grande concerto rock dell'anno.

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