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Qui si parla di contemporaneo con i giovani architetti

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Un incontro importante nel nome delle ideologie e di un futuro migliore. Un convegno presentato presso il centro Acer. Luca Zevi, curatore del Padiglone Italia: la parola d'ordine è responsabilità

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Un incontro importante nel nome delle ideologie e di un futuro migliore, Giovani architetti italiani/incontro sull'architettura contemporanea, presentato presso il centro Acer dal Consigliere Nazionale GiArch Francesco Zanon e da Annabella Bucci - GiArch - Coordinamento Consulta Giovani dell'Ordine A.P.P.C. di Roma. Dibattere sull'architettura italiana contemporanea significa infatti dibattere sull'Italia contemporanea. Luca Zevi, Curatore del Padiglione Italia, ha introdotto l'iniziativa nata all'interno del Padiglione Italia e ha manifestato la sua gratitudine allo sforzo dei giovani dell'associazione che nonostante le molte difficoltà portano avanti il loro discorso. «Importante associare al padiglione Italia un'iniziativa come quella dei Giovani architetti italiani. Il Padiglione Italia era un padiglione che nella situazione di crisi che attraversa il nostro Paese, voleva tentare di ridefinire il campo dell'attività dell'architetto in funzione di un'auspicata e auspicabile ripresa o uscita dal tunnel in cui si trova». Interessante sottolineare che il padiglione attualmente è a Mosca, il 16 maggio andrà a San Pietroburgo e in un secondo momento toccherà altre città europee e non. È un'Italia rappresentata in modo diverso, non c'è spazio per lo spread, la corruzione e il debito pubblico, qui, qualità chiama architettura e la parola d'ordine è «responsabilità». L'importante è fare leva sul tessuto più produttivo e più vitale che c'è in Italia, e cioè su quella rete di piccole e medie imprese su cui si esprime la creatività imprenditoriale e la capacità manuale, artigianale delle maestranze italiane. È questa una sfida aperta, lanciata a chi ha invaso e degradato il paesaggio italiano con i capannoni, o peggio, con le case fatte da geometri, i «casannoni». Le aziende leader hanno bisogno commerciale di architettura, e per lanciare una sfida sul piano internazionale, non c'è altra strada. «L'architettura deve essere ed è una forza produttiva. Adriano Olivetti aveva capito tutto. Quando sono arrivati gli eredi che hanno cominciato a risparmiare, l'Olivetti è morta», sostiene Luca Zevi. E continua: «Chi ha speso i soldi sfasciando il territorio adesso li faccia rimettendolo apposto». Il documentario presentato Giovani architetti italiani/Incontro sull'architettura contemporanea è il racconto del convegno che si è tenuto alla Biennale di Venezia e, sottolinea Annabella Bucci, vuole essere un discorso critico sull'architettura contemporanea. La proposta è partita da GiArca, il coordinamento nazionale di giovani architetti italiani, e ha portato la pubblicazione di un volume edito da Utet Scienze tecniche. La motivazione che ha spinto a realizzare questo documentario, è stato il sentire di dover dare pieno spazio ai progetti di quaranta giovani architetti, tra i migliori d'Italia. La Biennale di Venezia era la manifestazione più prestigiosa. Il documentario, che è conservato presso il fondo ASAC (Archivio Storico delle Arti Contemporanee) della Biennale di Venezia, è testimonianza e strumento, per una comunicazione molto immediata, ogni progetto ha il tempo di un minuto e mezzo, per continuare a promuovere veri esempi di qualità. Il dvd è suddiviso in tre spazi: Convegno, Interviste, Progetti che a loro volta sono ripartiti in: Spazi ad uso commerciale, produttivo, direzionale, ricettivo. Spazi per i servizi pubblici. Spazi abitativi. Spazi urbani. Cliccando si entra in molti luoghi d'Italia. Riletti e interpretati con uno sguardo nuovo. Nel centro storico di Favara una vecchia stalla viene trasformata in una piccola boutique ricettiva. Le Fonderie Ariotti creano un effetto semplice e raffinato. A Gorizia, gli Uffici Mark Medical di Dato e Meninno il progetto lavora con la luce. La totale assenza d'ombra grazie alle pareti filtranti. A Verona si fa diventare la pietra un elemento fluttuante, leggero. Una tenda percettiva e sensoriale. A Roma un performer si arrampica e volteggiare sulla struttura esterna di un'abitazione. Le chiusure divengono aperture, trionfano vetrate lineari che catturano la luce. A Lecce, Apulia Film Commission, un uomo dichiara: «Quando entro in questo spazio, mi sembra di entrare in una scena di un film di Kubrick, 2001 Odissea nello spazio. Mi sento come sospeso. Mi sento leggero». Un viaggio in un'idea, anzi, in molte idee e tutte nuove. Importanti gli interventi tenuti da: Francesco Moschini, Segretario generale Accademia Nazionale di San Luca, Maria Grazia Bellisario, Direttore Arte e Architettura contemporanee PaBAAC, Paolo Desideri, ABDR architetti associati. Quest'ultimo manifesta il suo dissenso alla categorizzazione del giovane «L'appellativo di giovane in Italia ha creato la condizione di un perenne apprendistato, che è una cosa deprimente. Si passa dal perenne apprendistato a pensionato dell'architettura, senza mai passare alla maturità sessuale dell'edificio». Gli architetti italiani, giovani o con i capelli bianchi, vogliono fare l'amore e lanciano il loro grido: qualità chiama architettura e la parola d'ordine è «responsabilità».

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