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Augusto, l'uomo che reinventò la Città Eterna

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Roma,quella grandiosa e imperiale, quella dell'oro e della porpora che vengono in mente quando si parla della «caput mundi» l'ha inventata lui: Gaius Iulius Caesar Octavianus Augustus, il primo imperatore. È arrivato in libreria «Augusto», di Giuseppe Antonelli, edito da Newton Compton, 221 pagine, euro 9,90. Augusto si affacciò sulla scena politica e militare romana giovanissimo e già pieno di ambizioni: era dotato di una volontà e di capacità eccezionali. Per questo il suo principato, il primo, fu il più lungo della Roma imperiale: quarant'anni di storia che segnarono la svolta dopo il periodo repubblicano. Seppe giungere con un'idea decisiva in un momento di grande instabilità, dando solidità sociale non solo a Roma, ma a tutto il mondo conosciuto. Il saggio spiega nei dettagli il disegno politico di Augusto che si ripromise di fondare il nuovo stato imperiale sui valori della Roma quiritaria, con l'intento di restaurare e rendere solide le antiche istituzioni contro i venti di rinnovamento che percorrevano l'impero. In realtà raggiunse un risultato nuovo e un nuovo ordinamento sociale che, della vecchia Roma delle origini omaggiava i miti, ma aveva una serie di valori radicalmente diversi. Le sole azioni militari furono di mero consolidamento territoriale, si rinunciò alla guerra preventiva contro possibili, futuri nemici e si inaugurò un lungo periodo di pace interna, dopo i molti decenni dominati da guerre civili e da lotte intestine. Meriti e abilità fondamentali di Ottaviano, subito dopo la proclamazione a imperatore, furono la sua capacità di affrontare le diverse esigenze della società romana, rispettando le tradizioni repubblicane, ma ridisegnando, con grande intelligenza ed eccezionali capacità politiche, l'intero sistema amministrativo di un regno così esteso e, per tanti motivi, poco unito. A. A.

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