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Quando sotto la tonica c'è un lupo travestito d'agnello

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Sonocreature fragili, adolescenti smarriti che hanno dei vuoti affettivi e sono in cerca di considerazione. E così l'orco prima dà loro tutto quello che manca e poi chiede in cambio qualcosa. Molto volte non lo chiede, se lo prende con la forza. Le vittime allora riconoscono il mostro in quella persona che consideravano un secondo padre ma non sanno ribellarsi, non possono, si vergognano e subiscono in silenzio sperando che tutto finisca in fretta e che non si ripeta più. Un'illusione perché l'orco è un violentatore seriale e la spirale di abusi va avanti pure per anni. È appena uscito in libreria «La preda» di Angela Camuso (Ed. Castelvecchi) che racconta, in prima persona, la storia di Vasco, la giovane vittima di un sacerdote pedofilio e parroco moderno, di quelli che riempiono gli oratori di ragazzi, che vivono h24 a disposizione dei giovani, pronti ad aiutarli se hanno problemi, organizzano campeggi estivi, feste, uscite in pizzeria e per questo sono idolatrati dai genitori che gli affidono volentieri i loro ragazzi così non si trastullano per strada). Purtroppo la storia raccontata dalla Camuso non è fiction ma un fatto realmente accaduto. Vasco, nome di fantasia, oggi ha 24 anni e quando ne aveva 14 fu violentato da Don Ruggero Conti, all'epoca 47enne, parroco della chiesa «Natività di Maria Serenissima» di Selva Candida, borgata della periferia Nord-Ovest di Roma. Vasco non fu l'unica preda. Ci sono altri ragazzi finiti nella rete del prete. Le occasioni non mancavano. «Ruggi» era solito invitare i giovani parrocchiani in casa propria organizzando dei dormitori. I genitori non ci vedevano niente di male. Anzi, don Conti era più di un amico per i loro figli. Del resto i genitori sono sempre gli ultimi a sapere. Ma anche gli amici delle vittime prescelte che continuavamo a dormire sogni beati mentre il prete approfittava del vicino di letto. Ecco perché quando la bomba è scoppiata tanti parrocchiani sono insorti contro le ingiuriose calunnie cadute addosso al parroco. Ci furono fiaccolate per il quartiere in segno di solidarietà, una vera e propria battaglia contro gli accusatori, tra i quali un paio di catechisti ai quali per primi arrivarono le voci di violenze e poi i racconti allucinanti dei ragazzi abusati e anche un vice parroco che cercò invano di aprire gli occhi al vescovo superiore di Don Conti (che era molto apprezzato come economo in Curia). Il vescovo in seguito fu pure indagato e poi prosciolto per il reato di concorso in violenza sessuale. Angela Camuso, già autrice del best seller sulla banda della Magliana «Mai ci fu pietà», è anche giornalista di nera e cronaca giudiziaria e ha seguito personalmente le vicende processuali di don Ruggero Conti. Che sono riportate, questa volta in terza persona, nel libro, alternate alla testimonianza di Vasco. Brevemente ricordiamo che don Conti fu arrestato nel luglio del 2008 per il reato di violenza sessuale su almeno sette minorenni e condannato in primo grado, nel 2011, a 15 anni e quattro mesi. Attualmente è in attesa del processo di Appello, è a piede libero e probabilmente è tornato a vivere a Legnano, sua città natale. L'ex parroco ha sempre dichiarato la sua innocenza. «Se avessi queste colpe - ha detto al Giudice - consegnerei a voi la mia confessione. Il Papa ha parole durissime per chi ha commesso tra i sacerdoti il male più indicibile contro le creature a loro affidate ma non è questa la colpa peggiore. Il peggio è negare la verità chiudersi alla misericordia». Molti ex parrocchiani lo sostengono ancora. Il libro è il classico pugno nello stomaco. L'autrice scandaglia i fatti atroci senza risparmiarci nulla, con l'onestà professionale da cronista che già conosciamo e un senso del dovere di riportare la verità in tutte le sue sfaccettature. Riesce anche a darci l'autenticità del racconto, ricostruito dalla vittima a distanza di anni dalle violenze subite, attraverso un'operazione pasoliniana che riproduce il linguaggio schietto di un adolescente di borgata. Il quale chiude il suo lungo racconto con la nobile motivazione che lo ha spinto a cominciarlo: evitare che altri ragazzi vivano il suo calvario. Questo libro fa bene anche alla Chiesa cattolica che, contro la politica dell'omertà, del nascondere sotto la sabbia, ha preso una posizione di netta condanna e di tolleranza zero nei confronti dei preti pedofili. E' un libro che rende giustizia a quei religiosi, la stragrande maggioranza che i bambini li amano come figli e basta, spiega la Camuso. E che dovrebbe far aprire le menti e gli occhi ai genitori che hanno il dovere di vigilare sui loro figli. L'inferno può essere anche vicinissimo a noi. Bisogna saperlo leggere negli occhi dei più deboli perché non hanno voce per gridarlo.

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