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Caro Modugno «Tu si ?na cosa grande per me»

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Lamanifestazione ha preso il via giovedì sera nella splendida cornice del Teatro Petruzzelli, tutto esaurito per l'occasione, dove si sono ritrovati alcuni tra i migliori artisti della nuova leva italiana per interpretare le canzoni dell'indimenticabile Mimmo nazionale. Noemi, Pacifico, Brunori Sas, Dente, Alessandro Mannarino, Raiz & Radicanto, Erica Mou,Mama Marjas e i Negramaro hanno dato vita a una serata all'insegna delle emozioni, filtrando ciascuno con la sua sensibilità alcune delle più belle canzoni del nutrito repertorio di Modugno. Il finale è stato affidato ai Negramaro, che hanno cantato «Tu si ‘na cosa grande per me» e «Meraviglioso», diventato ormai un loro cavallo di battaglia. Abbiamo chiesto a Giuliano Sangiorgi, inconfondibile voce del gruppo pugliese, di raccontare com'è nata l'idea di fare quella canzone. «È nata nel 2008 e non è un caso perché la canzone è del '68. Il testo parte da un fatto privato, un suicidio, ma al tempo stesso si ricollega a un periodo di grandi cambiamenti collettivi. Rappresenta una forma di speranza che parte dal basso. In realtà volevamo anche affermare che le cose non sono poi cambiate molto in quarant'anni». Alla domanda su cosa si prova a confrontarsi con un mito come Modugno, Giuliano mostra grande umiltà e intelligenza artistica: «Siamo legati a Modugno da grande rispetto e ci teniamo a debita distanza da lui. Misurarsi con i più grandi, per noi piccoli, ha senso solo se lo si fa a modo nostro, il confronto è impossibile. Quando ho trovato la mia tonalità di "Meraviglioso" mi sono sentito anche più libero di sbagliare: è la nostra versione, non c'è nessuno confronto con l'originale». Inevitabile parlare di crisi, nella quale Sangiorgi vede anche alcuni aspetti positivi: «Più c'è crisi, più l'arte cerca il modo di curarla. Non vedo, però, una crisi di identità culturale, c'è molto interesse da parte dei giovani, aiutata anche dalla facilità di reperire informazioni su Internet. C'è la voglia di sopravvivere e, dalla crisi, nasce sempre qualcosa di forte». Il cantante dei Negramaro ha raccontato la lunga gavetta della band e ha spiegato la sua ricetta per risollevare la musica italiana. «Servirebbero club che credano ancora nella musica originale e dovrebbero scomparire i talent show. I partecipanti hanno grandi voci, ma il problema è capire perché suoni o canti. Ormai è solo un fatto televisivo, manca una spinta interiore forte. Ai giovani cantanti consiglierei: piuttosto che a un talent, andate a Sanremo: almeno là c'è una storia da rispettare».

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