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L'ira di Cronenberg contro Wall Street e la finanza selvaggia

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Nonostantemanchino ancora all'appello «Mud» di Jeff Nichols e «Do-Nui Mat» di Sang Soo, la critica punta anche sul visionario Carax di «Holy Motors». La Croisette ha intanto acceso i riflettori sul divo Robert Pattinson (con tanto di stuzzicadenti in bocca all'incontro stampa) diretto da David Cronenberg in «Cosmopolis», tratto dal romanzo di Don DeLillo. La storia racconta la giornata particolare di un giovane golden boy finanziario di Wall Street, perso tra speculazioni, crolli di Borsa e manifestazioni contro il capitalismo. «Il giovane Parker (l'ex vampiro di Twilight Pattinson) è imprigionato nella sua limousine, nella propria ricchezza e in una vita miliardaria programmata, dalla quale vuole liberarsi per tornare alle origini e al vecchio sobborgo di periferia dove è cresciuto, sfidando una New York impazzita, pur di farsi un taglio di capelli dal suo vecchio barbiere», ha spiegato Cronenberg che dedica l'epilogo a 20 minuti di «cinema essenziale fatto di primi piani, parole e umanità» nel dialogo tra lui e Paul Giamatti che vuole ucciderlo come simbolo del capitalismo. Anche se il regista afferma che non si tratta di un'opera anti-capitalista (nonostante il messaggio evidente della storia), il film da ieri nelle sale italiane distribuito da 01 (con Rai Cinema che ha partecipato alla coproduzione franco-canadese) punta il dito sulla fine del mondo finanziaria ed esistenziale. Parker è minacciato da cortei di proteste e sollazzato dalle sue amanti con le quali intrattiene amplessi di ogni tipo: tra queste, spicca la sua consulente artistica e finanziaria (Juliette Binoche) e l'algida ricchissima futura moglie (Sarah Gadon). Non manca l'incontro con un "action-painter della crema" (Mathieu Amalric), che manifesta il suo dissenso lanciandogli una torta in faccia (proprio come accadde a Murdoch). Animato da una volontà autolesionista, Pattinson (che ha apprezzato il ruolo della sua fidanzata Kristen Stewart in «On the road») arriva all'ultimo appuntamento: con Benno (Giamatti) pronto ad ucciderlo, pieno di rancore dopo aver lavorato con lui nei gradi bassi del suo impero finanziario. Frase cult: «La distruzione è necessaria al capitalismo del futuro». In concorso ieri con «Cosmopolis» anche «In the fog» di Sergei Loznitsa, dove due amici dividono la follia della guerra, persi in tempi lentissimi, in una foresta della Bielorussia della seconda Guerra Mondiale, per ricordare che «nessuno è davvero innocente». Per spiegare il suo film, il regista cita persino Eraclito di Efeso quando afferma che «gli occhi e le orecchie sono poveri testimoni per chi ha l'anima barbara». Nell'anno della crisi economica i galà per la raccolta fondi segnano intanto a Cannes i record: oltre 2 milioni con Sean Penn per Haiti, mentre l'altra sera all'Eden Roc di Cap d'Antibes con la fondazione americana amfAR, per la lotta contro l'Aids è stata battuta la cifra storica di 9 milioni di euro, alla presenza di star (che per un posto hanno pagato 7500 dollari) come Banderas, Kylie Minogue, il produttore Harvey Weinstein (da sempre promotore della serata), Kirsten Dunst e Clotilde Courau con il marito Emanuele Filiberto ristabilito dopo i gravi problemi di salute.

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