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Ornaghi «stregato» da Fassino

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L'annoscorso il veneto piediellino Galan fece guerra alla kermesse negando fondi e ripetendo come un disco rotto che l'Italia ha un solo Festival, quello di Venezia. Adesso tocca ad Ornaghi - brianzolo e un curriculum tutto milanese, dalla laurea alla guida della meneghina Università Cattolica - a dare le sculacciate alla rassegna inventata da Bettini&Veltroni. E infatti ieri, in visita al Salone del Libro di Torino, il «tecnico» del Collegio Romano ha riacceso la polemica contro Alemanno sulle date del Festival del Parco della Musica, che danneggerebbero quello di Torino. «Roma ha privilegiato i propri interessi - ha detto - anche se io ho sollecitato un atteggiamento di consapevolezza nell'interesse generale del cinema italiano». Ne è seguita replica di Alemanno («Nessuna arroganza, l'alternativa era rinunciare») e quella del presidente della manifestazione romana, Paolo Ferrari («Lunedì scriverò al ministro per chiarire perché il Festival 2012 si può fare solo nelle date 9-17 novembre»). Ci si chiede: perché tanta severità del ministro, tornato ad attaccare la Capitale per il secondo giorno di seguito? La sensazione è che propenda per l'asse Milano Torino (c'è un festival che unisce le due metropoli del Nord, e si chiama MiTo). E chissà se il sostegno a Fassino non sia anche quello a un sindaco del Pd, dunque contro un sindaco di destra. Va pure detto che non si tratta di difendere, con Roma, una parte politica. Ma la città che è stata culla del cinema italiano, che ha da sei anni una kermesse di tutto rispetto ed è il palcoscenico scelto da tutte le star internazionali per presentare i loro film. Li. Lom.

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