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Un solo giorno l'anno può far vivere un amore

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SvevaCasati Modignani, l'autrice milanese che ha venduto 11 milioni di libri in 30 anni di carriera (iniziata scrivendo a quattro mani con il marito Nullo Cantaroni, morto nel 2004), non usa mai la parola «tradimento» per raccontare il segreto di «Léonie» (Sperling & Kupfer, pag. 501 euro 19,90), protagonista tanto dolce quanto determinata del suo romanzo numero 23. «No, è un piccolo sogno quello di Léonie - spiega la "signora del bestseller" - un sogno che per 28 anni l'aiuta a vivere, a superare momenti difficili e di sofferenza...» Léonie, dopo una prima volta casuale, ogni 22 dicembre lascia tutti e si rifugia in un romantico hotel sul lago di Como, per incontrare Roger Bastiani, affascinante ginecologo francese, il suo piccolo segreto, il suo angolo di libertà. Però c'è Guido, suo marito? «L'amore che prova per la moglie è tiepido, poco passionale... però Léonie lo ama e tiene molto alla sua famiglia pur desiderando quell'incontro rituale nel giorno del solstizio d'inverno che le dà la carica per tutto l'anno». Ma una volta l'anno può bastare? «Ci sono giorni che bastano per una vita... E comunque un anno passa presto». Per evitare il rischio di diventare banalmente amanti, i due non si scambiano neanche i numeri di telefono... «Certo, altrimenti il rapporto sarebbe diventato un'abitudine. Quando ho finito di scrivere il libro - ammette serafica - mi sono chiesta: perché a me no un sogno come questo?». Léonie, ma soprattutto i silenzi e i segreti sono i protagonisti dell'ultimo affresco generazionale di Sveva, il cognome non serve, perché ormai per le sue lettrici è un'amica, (ma intervistarla incute sempre un po' di timore, ndr) una saga italiana che si svolge dagli anni Venti fino ai nostri giorni, ambientata alle porte di Milano, che narra la vita della ricca famiglia Cantoni, proprietaria delle famose rubinetterie. Il clan è composto dal capostipite Amilcare, uomo viscerale che si è fatto da solo, e dalla folle moglie Bianca, una sorta di matriarca che, malgrado la pazzia, ha nelle sue mani il destino dell'intera famiglia, dal figlio Renzo, marito di Celina e dal nipote Guido, l'erede designato alla guida dell'azienda che però agli affari di famiglia preferisce dedicarsi con successo alla sceneggiatura per il cinema e la televisione. Il rampollo sposa Léonie Tardivaux, ventenne francese orfana di madre che non sa chi sia il padre, squattrinata ma caparbia, che saprà integrarsi perfettamente con il resto della famiglia, diventando moglie e madre esemplare di cinque figli, manager di talento che al posto del marito sa condurre con grandi capacità e con successo l'azienda anche in un momento di recessione economica, abituandosi ai silenzi e ai segreti dei Cantoni e custodendo gelosamente anche il suo. Fino a quando qualcosa, o qualcuno, spingerà tutti a dire basta a questa «omertà dei sentimenti». Malgrado il nome dolce che ricorda «tante Léonie» di Marcel Proust con il suo «piccolo trantran», la protagonista è una donna forte, capace di consigliare e sostenere non solo il suo uomo, ma l'intero clan. «È una donna autentica, grintosa, un po' maschile seppur molto femmina - dice l'autrice - è quella che avrei voluto essere io». Eroina e famiglia: due ingredienti che catturano sempre i lettori? «La famiglia è una cosa importante, per tutti, nel bene e nel male. Inoltre in questo momento, tra crisi e perdita di valori, è normale rifugiarsi nella famiglia. E nelle storie che io scrivo, ispiratemi sempre da cose accadute che mi sono state raccontate, le donne hanno un ruolo determinante, sono forti, capaci di consigliare gli uomini e sostenerli. Sono donne insostituibili». Ci sono passioni, dolori e paure taciuti per anni che accompagnano inesorabilmente le tre generazioni dei Cantoni. Pensa che le cose non dette, i segreti, possano tenere unita una famiglia? «No, i segreti sono deleteri, vanno risolti per vivere meglio. L'ipocrisia è un male, un veleno, per la famiglia e la società». Anche in «Léonie» c'è il richiamo all'attualità quando racconta dell'azienda Cantoni, circondata da evasori e affaristi senza scrupoli. «I miei personaggi sono sempre legati alla cronaca e qui racconto di un mondo industriale che conosce le difficoltà economiche, capace di stabilire un rapporto tra imprenditori e dipendenti, con i "padroni" che hanno a cuore il loro benessere ma anche quello dei lavoratori insieme ai quali soffrono e condividono il successo, imprenditori che proprio in nome degli operai e delle loro famiglie cercano di guardare avanti e non fermarsi mai». Sveva Casati Modignani ci racconta un'altra grande storia italiana, le trasformazioni della nostra società negli ultimi decenni, i sentimenti di uomini intelligenti e lungimiranti, ma soprattutto la sensibilità e la volontà delle sue protagoniste. Le donne.

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