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Jimmy Wales, il papà di Wikipedia ospite del Vaticano «La Chiesa? È più avanti di tante altre istituzioni»

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Esono rimasto particolarmente colpito nel vedere la modernità dei concetti espressi in quell'enciclica. In genere si pensa che la Chiesa Cattolica sia un qualcosa di particolarmente chiuso al mondo. E invece posso dire con sorpresa che non è così». Lo chiamano Jimbo, ma in realtà il suo vero nome è James Donal. Di cognome fa Wales. Jimmy Wales. Il nome però non dice molto se non lo si mette insieme a quello della sua creatura: Wikipedia. Ovvero, l'enciclopedia online gratuita più diffusa al mondo. Jimmy Wales è stato chiamato a parlare all'assemblea plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, dedicata quest'anno al cinquantesimo anniversario della Pacem in terris, l'enciclica di Giovanni XXIII, in cui si parlava anche di «nuovi segni dei tempi». E tra questi come non annoverare la diffusione della rete ? Da qui nasce l'invito a Jimmy Wales. Che - sottolinea subito - non è cattolico. Ma d'altronde, l'Accademia Pontificia non annovera tra sé solo rappresentanti del pensiero cattolico. Unica accademia a carattere sovranazionale, annovera tra i suoi membri alcuni tra i maggiori pensatori mondiali, muovendosi - afferma Marcelo Sànchez Sorondo, Cancelliere dell'Accademia - «nel solco del progetto della Nuova Evangelizzazione» . Tra i membri dell'Accademia, quello che più di tutti ha impressionato Wales è Joseph Stieglitz, premio Nobel per l'Economia, ed ebreo. Si potrebbe pensare che tra il Vaticano e Wikipedia ci sia un amore difficile. Era stata presa letteralmente da Wikipedia, per esempio, la voce che fu usata come giustificazione per boicottare la visita di Benedetto XVI alla Sapienza nel 2008. E da Wikipedia erano state prese le biografie dei nuovi cardinali distribuite all'annuncio del Concistoro dalla Sala Stampa Vaticana, come rivelato da Sandro Magister. Jimmy Wales, ha avuto notizia di questi «incidenti»? «Sì, ho avuto un qualche sentore di tutto questo». Come ci si sente ad essere invitati a parlare nel cuore Vaticano? «È stato abbastanza interessante, anche perché io non sono cattolico. Non sapevo esattamente quale fosse il lavoro della Pontificia Accademia delle Scienze. È stata una opportunità molto eccitante per me. Prima, ero stato - sì - in Vaticano, ma nei musei, e da turista». Qual è il contributo che ha cercato di dare all'assemblea? «Ho voluto portare un aiuto a spiegare come Wikipedia lavora, cosa sta succedendo nel mondo intorno a Wikipedia. E ho cercato di parlarne in termini semplici, per un uditorio forse non così tecnologicamente sofisticato». C'è qualcosa che può dire di aver imparato, invece, durante questa Plenaria? «Non sono cattolico, non so molto della tradizione intellettuale cattolica. Ma in questi giorni ho imparato moltissime cose. Ad esempio, del principio di sussidiarietà, del quale non avevo mai sentito parlare realmente prima. Ma leggendo la Pacem in terris ho scoperto che c'è molta roba buona, sulla condivisione della conoscenza, sulla società aperta. E mi è piaciuto che sia indirizzata agli uomini di buona volontà. Ho trovato impressionante la voce della Chiesa cattolica riguardo questi temi, e impressionante il fatto che questi punti di vista siano portati avanti in maniera moderna». Jimmy Wales, lei ha fondato Wikipedia nel 2001 con Larry Sanger. Doveva essere una enciclopedia gratuita online - si chiamava Nupedia - ma da quando ha inserito i contenuti wiki, generati dagli utenti, è diventato il processo principale. Pensava in questo modo di dare un contributo alla democrazia? «In realtà, Wikipedia viene dal mio aver osservato il movimento del software libero su Internet. Ho visto come i programmi generati attraverso la collaborazione via Internet potevano essere di alta qualità. Quindi mi sono accorto che Internet era una grande strada per collaborare tra software e creare una piattaforma di utenti. Da qui è venuto il progetto di Wikipedia. Iniziato, appunto, con l'idea di fornire una enciclopedia online gratuita per tutti». E perché secondo lei questa idea ha avuto così tanto successo? «Credo che la ragione principale del successo di Wikipedia risieda nel fatto che la gente ha davvero un grande desiderio per avere chiare informazioni di base. E poi, contribuisce al nostro successo anche il fatto che siamo una organizzazione non profit e non abbiamo pubblicità: questo è visto con favore dalle persone, che possono navigare su Wikipedia e cercare qualunque cosa vogliano senza interruzioni». Oggi, Wikipedia è un contributo per la democrazia? «Di certo, Wikipedia è abbastanza neutrale: non abbiamo schede che dicono quali siano i nostri orientamenti politici, religiosi o qualunque altra cosa. Cerchiamo di mettere in luce tutti i punti di vista, e di fare voci più neutrali e precise possibile, affidandoci ai nostri utenti. Ma, in un altro senso, c'è qualcosa che è davvero profondamente politico nel fatto che tutti abbiamo libero accesso alla conoscenza. È un modo per permettere a tutti di prendere decisioni migliori, considerando tutte le possibilità in gioco. E questo non è condiviso da tutti i governi nel mondo. Ci sono posti nel mondo, come la Corea del Nord, dove Internet è completamente bandito. Per questo penso che in altri posti dove Internet è accessibile Wikipedia potrebbe avere influenza su come la gente arriva a comprendere le cose che li circondano». Quali sono i prossimi obiettivi di Wikipedia? «Credo che Internet si stia diffondendo davvero velocemente in posti molto poveri, dove magari la connessione non è a banda larga, e magari ci si connette attraverso i cellulari. Noi cerchiamo di fare in modo che il software funzioni bene in ogni supporto». E dopo l'esperienza in Vaticano sta pensando ad una sorta di Wiki-Vatican? «Questa è una grossa domanda… vedremo!»

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