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Il pranzo

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Meglio in ufficio Per risparmiare e stare insieme

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C'èchi si porta il panino o la frittata. Chi ordina la pizza al telefono. Chi fa un salto al bar o al supermercato e torna carico di commestibile. Ma dove l'Italia è davvero unita si vede davanti la gamella, bento, gavetta, tupperware o schiscetta che dir si voglia. Per colpa della crisi, grazie all'impiego di prodotti in scatola, infatti, pesce, carne e verdure sorpassano panini e pizzette. Così torna e si conferma come un must lo spuntino di mezzodì fai da te (con una riduzione dei costi del 30%-50%): l'idea piace a un italiano su due, che porta sulla scrivania dell'ufficio il cibo da casa. Per risparmiare (46%), per mangiare sano (29%) e variegato (19%). Spesso in «cestini» o lunch bugs più o meno chic, il pranzo autogestito piace soprattutto agli avvocati e chi si occupa di pubbliche relazioni che ammette di gustarlo mentre scambia quattro chiacchiere con le pratiche arretrate o brinda con gli occhi allo schermo. Poco male se uno studio dimostra che l'abitudine non piace ai colleghi. Non aiuta la produttività. Ed è una pratica sconsigliata per i continui lascia-e-mordi dovuti all'invio di email, telefonate fatte e fax ricevuti con la bocca piena. Più di metà dei «colletti bianchi» comunque sono favorevoli al desk-eating e quindi consumano il pasto in sale riunioni (31%) o scrivanie ricoperte di scartoffie, foto ricordo di figli e parenti (22%), ormai più frequentate di bar (19%) e punti ristoro self service (16%). A segnalare la nuova tendenza è un'indagine sulle abitudini in pausa pranzo condotta dal sito internet Occhio al Trend su un campione di 600 lavoratori di età compresa tra i 20 e i 55 anni. E le donne? Sono in minoranza e spesso si accontentano di un frutto o di uno snack. Di contro, sette «schiscettisti» su dieci sono uomini, hanno tra i 25 e i 40 anni e, spesso, non fanno mistero del prontuario di ricette da condividere sul web. Sarà per questo, ma sul fronte tecnologico si assiste al boom di scaldavivande usb, cioè riscaldabili se connessi alla presa del computer dell'ufficio. E vanno forte le posate Din-Ink: inventate dallo studio Zo-loft (Andrea Cingoli, Cristian Cellini, Francesca Fontana e Paolo Emilio Bellisario), sono delle comuni penne Bic sormontate da speciali cappucci in plastica a forma di forchetta, coltello e cucchiaio. Intanto qualcuno fa tesoro della nuova moda e si propone per garantire schiscette a domicilio. Un modo come un altro messo in pratica da alcuni portieri di condomini, dove basta ordinare il menu la mattina per riceverlo in ufficio, avvolto nel cellofan. A prezzi competitivi. Tutto torna. Come pure il consiglio degli esperti: «Se possibile, non pranzate in ufficio», dice Primo Vercilli, nutrizionista e dietologo. «Restare incollati alla scrivania per l'intera giornata, anche durante la pausa pranzo, svuota di energie e riduce la produttività anziché aumentarla», suggerisce il medico, indicando che «rinunciare alla distrazione di due passi all'aria aperta e di un pranzetto fuori dall'ambiente lavorativo, può anzi risultare controproducente per il rendimento, quando finisce la «pausa lunch» e il lavoro ricomincia sul serio».

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