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Il mito di Caruso tra i mille segreti delle sue donne

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EnricoCaruso ha lasciato un'impronta indelebile nella storia della musica lirica. Talento cristallino e modello nell'Italia monarchica a cavallo della Belle Époque. Dall'infanzia povera nei vicoli di Napoli fino alla ribalta internazionale nei grandi templi delle sette note: dalla Scala di Milano al Metropolitan di New York. Quando ancora non esisteva lo star system, lui era già un divo, ammirato dagli uomini e amato dalle donne. E sono state proprie le donne a condizionare la sua vita. Amori intrecciati, passioni familiari, mogli italiani e americane, figli da matrimoni diversi. L'amore è anche il leitmotiv della miniserie in due puntate che andrà in onda su Raiuno e che ripercorrerà la vita del grande tenore. A interpretarla sarà un vero cantante come Gianluca Terranova, uno dei solisti più richiesti al mondo, qui al suo debutto assoluto come attore televisivo. Accanto a lui ci saranno Vanessa Incontrada e Martina Stella nella parte delle due sorelle Giachetti. Ada e Rina Giachetti hanno amato (ricambiate) il grande tenore napoletano. Lui le ha coccolate, tradite, riprese e lasciate. Ada (Vanessa Incontrada) lasciò per lui il suo primo marito da cui aveva avuto un figlio. A Caruso la donna diede altri due figli prima di lasciarlo per il loro autista privato. Parallelamente il tenore continuava a frequentare anche Rina Giachetti, la sorella minore di Ada interpretata nella fiction da Martina Stella. Anche lei cantante, da quando lo incontrò a soli 16 anni provò per Caruso una simpatia che divenne amore e non smise mai di aspettarlo. A poco a poco, Rina-Martina Stella sostituirà la sorella nella vita artistica e in quella familiare del cantante. Anche se alla fine lui gli preferirà la giovane americana Dorothy Benjamin, conosciuta più tardi a New York, che diventerà la sua seconda moglie. A interpretarla, l'attrice svedese Sascha Zacharias. Sul piccolo schermo, il racconto della vita di Enrico Caruso prende il via dal rientro a Napoli in punto di morte. Caruso aveva 28 anni quando, pur avendo già cantato alla Scala, ancora vedeva nella ribalta del Teatro San Carlo il raggiungimento di un sogno nato nell'adolescenza, quando cantava da posteggiatore nelle trattorie di Santa Lucia e a sera tornava al vicolo San Giovanniello agli Ottocalli, dove abitava con la sua famiglia. L'opera era «L'Elisir d'amore» di Donizetti e la tradizione vuole che la serata tanto attesa si risolvesse in un fiasco. E anche se le ricostruzioni sono contrastanti la cosa certa è che Caruso non cantò più a Napoli, dove pure spesso l'estate tornava dall'America. Episodio questo assai ghiotto per una fiction, la cui drammaturgia trova nel miscuglio di amore e odio per la propria terra d'origine un ingrediente di primo piano. Caruso rimase un interprete inarrivabile per impeto e passionalità, in grado di afferrare di slancio acuti tonanti che mandavano in visibilio il pubblico e risuonavano anche nelle numerose incisioni di canzoni napoletane. La miniserie sarà uno dei fiori all'occhiello della prossima stagione Rai. Le riprese sono terminate da poco con la regia di Stefano Reali e la produzione della «Ciao Ragazzi!». Sono numerose le location coinvolte nella serie tra Napoli e Salerno: dai teatri come il Bellini, il Mercadante, il San Carlo e il Verdi agli alberghi come l'Excelsior di Napoli e l'Excelsior Vittoria di Sorrento - reso celebre proprio dal soggiorno di Caruso - fino al Conservatorio di San Pietro a Maj.

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