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Grande Dickens Ma ormai lo legge solo un'élite

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L'oggettodel contendere è il più sacro degli scrittori inglesi (dopo William Shakespeare), quel Charles John Huffam Dickens, giornalista ma soprattutto narratore, che ha posto la sua firma su capolavori come «Oliver Twist», «David Copperfield», «Tempi difficili». E sono proprio tempi difficili quelli che sta attraversando l'autore di Portsmouth (riuscite ad immaginare qualcosa di più inglese di un pub di Portsmouth?) del quale il prossimo 7 febbraio si celebra il bicentenario della nascita. Il motivo (ufficiale) delle polemiche è che tra poco il museo dedicato allo scrittore chiuderà per restauri, proprio nell'anno delle celebrazioni. Dietro a questo serpeggia il timore dei letterati inglesi che Dickens sia ormai un autore per «addetti ai lavori». Insomma nel Terzo Millennio, tra Internet e videogame, il David Copperfiled che tutti conoscono è l'illusionista. L'altro, quello del romanzo, lo legge e lo apprezza solo un'élite. Fatto sta che il Charles Dickens Museum di Londra ha deciso di chiudere i battenti dalla prossima primavera per un restauro che durerà otto mesi, cioè almeno fino al prossimo dicembre, quando gli eventi celebrativi saranno terminati. «È certamente un errore chiudere il museo in questo momento, è un gran peccato», ha detto lo scrittore Michael Lamb, direttore della Living Literature Society, chiedendo un posticipo dei lavori al 2013. «Molti visitatori arriveranno a Londra nei prossimi mesi e sono sicuro che vorrebbero vedere anche il museo di Dickens, il solo allestito in una casa abitata dallo scrittore», ha aggiunto Lamb, lamentando anche il fatto che la chiusura avverrà ben prima dell'apertura delle Olimpiadi che si terranno a Londra dalla fine di luglio. Il museo di Dickens chiuderà i battenti il prossimo 10 aprile, per dare avvio ad un intervento di restauro e ristrutturazione finanziato con 2 milioni di sterline dalla Heritage Lottery, la lotteria nazionale che raccoglie fondi per i beni storico-artistici. Il direttore del museo, Shannon Hermes, ha difeso la decisione di interrompere le visite. Hermes ha precisato che è necessario procedere, dato che il finanziamento è disponibile solo se l'intervento partirà in tempi rapidi. Il Charles Dickens Museum, al numero 48 di Doughty Street, riaprirà nel gennaio 2013 con nuove sale espositive e postazioni multimediali. Sorge spontanea una domanda: ma se tutti fossero stati certi che il muso quest'anno sarebbe stato preso d'assalto dai turisti, non si sarebbe trovato un modo di non chiuderlo? L'unica considerazione certa è che per qualcuno l'afflusso di persone nella struttura non vale il rischio di perdere i soldi del finanziamento. Con buona pace del programma internazionale di iniziative, da festival letterari a convegni, da film a spettacoli teatrali, che si terrà per tutto il 2012 nel Regno Unito e in 50 nazioni in onore di Dickens. Il calendario dell'«Anno Dickens» 2012 toccherà il culmine proprio il 7 febbraio, giorno del compleanno, quando con la regia del British Council si terranno oltre mille eventi nel mondo. Su tutto incombe però lo spettro di una diffusa distrazione dei giovani. Nulla di personale: tutto quello che riguarda l'Ottocento sembra provocare ormai una sorta di orticaria a quelli che hanno meno di sessant'anni e sanno far funzionare un iPhone. Al cinema l'ultimo Dickens che si è visto risale al 2005, è l'«Oliver Twist» firmato da Roman Polanski (giudicato fedele all'originale) per il quale il maggior complimento della critica è stato: «Un film vecchio stile».

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