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«Vi racconto una storia d'amicizia e di viaggio»

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Questoe altro racconterà Luis Sepulveda domani alle 18.30 all'Ara Pacis, a tu per tu con il pubblico di RomaIncontra. L'autore di «Ultime notizie dal Sud» (Guanda), ne parlerà con Daniel Mordzinski e Attilio Giordano, direttore de «Il Venerdì». - Sepulveda, partiamo dal titolo: «Ultime notizie dal Sud». «È un volume che racconta una serie di storie. Sono 3 viaggi fatti con un amico fotografo argentino, e compiuti nel corso di anni e anni. Raccontiamo la Patagonia, che ormai è cambiata. E la globalizzazione dell'economia. Quella è una regione che noi abbiamo conosciuto 20 anni fa». - Con quali parole descriverebbe il protagonista che, in fin dei conti, è lei? «Credo che il mio libro sia un omaggio alla capacità di guardare con attenzione alla gente che racconta storie. È una forma di vita davvero solitaria». - C'è una storia degna di nota? «Nessuna storia è più importante dell'altra. Ognuna di esse viene rimarcata dalla presenza della gente. Ogni racconto parla di come si vive in Europa e in Sudamerica. È uno spazio enorme, uno spazio che racconta una vita difficile. Le persone devono conservare i propri sogni e preservare così la capacità di tutto ciò che va male». - Perché ambientare il suo libro a Parigi? Quali ricordi la legano alla Francia? «A Parigi avevamo deciso di fare un bel viaggio: lì ci ho abitato per più di 2 anni. Ho conosciuto tantissime persone: quello con la Francia è un rapporto davvero unico». - Uno scrittore e un fotografo. Quanto c'è di autobiografico in questo romanzo? Ne sveli i segreti. «Tutta la letteratura è sempre autobiografica. E ogni scrittore porta sempre con sé una componente autobiografica. Ci sono due persone che narrano e parlano due forme diverse di espressione: la fotografia e la letteratura». - Sepulveda, cosa la lega all'Europa? Lei vive in Spagna ma quanto c'è in lei di cileno? «Io sono un cittadino europeo e partecipo insieme a tutti gli altri ai problemi che ha l'Ue. Quando sono in Cile mi manca questo continente e quando sono in Europa mi manca il Cile ma questo è normale. Credo che stiamo vivendo un tempo critico. L'economia è in crisi e non sappiamo cosa succederà domani. Non sappiamo se sopravviverà l'impero dell'economia se la politica o anche l'Europa. Il recupero è fondamentale anzi, tutto ciò che accade ruota soltanto attorno agli interessi economici». - Quanto conta in un romanzo l'avventura? In questo libro i due protagonisti, lei e Mordzinski, vanno a caccia di storie. Quale è quella davvero fondamentale? «Be', è l'avventura quella davvero fondamentale. Che non va intesa alla Indiana Jones ma è un po' come cercare di arrivare in un porto che non si conosce. L'avventura è cercare di capire tutto ciò che c'è di nuovo e quindi comprendere anche quello che, prima del viaggio, non si conosceva». - Quanta importanza hanno le immagini di Mordzinski e, soprattutto, quale è il rapporto che la lega a lui? «Parliamoci chiaramente. Daniel è un fotografo di prestigio mondiale e noi abbiamo fatto un libro dove la fotografia è veramente una forma complementare». - Lei si è calato nei panni di un giornalista in questo libro? «No. Soprattutto perché il giornalista si deve preoccupare di lavorare sempre e soltanto in un tempo strettamente presente ma uno scrittore no. Per uno scrittore il tempo è oneroso». - Parliamo di letteratura: quale è il suo scrittore preferito? «Ce ne sono tanti. Non potrei nominarne uno soltanto. Ce ne è una lista lunghissima, che cresce ogni giorno. È questo il piacere che dà la letteratura: è il piacere della lettura». - Sepulveda e il giornalismo. In questi tempi di crisi quanto conta informarsi? «Informarsi costa sempre tanto. Ci vuole una grande disciplina per usare internet. È tanta la gente che pensa e che copia e, tra questi, c'è sempre la possibilità di fare vera informazione. Il giornalismo è in crisi e i giornalisti di ora sono diversi da quelli di 20 anni fa. Sono tanti i ragazzi che lasciano la scuola di giornalismo e che, se la superano, hanno difficoltà a trovare un posto di lavoro. L'informazione è uno dei punti fondamentali di ciascuna persona». - Quale è attualmente il suo rapporto con la politica? «È un rapporto responsabile ed è quello che, tutti i di tutti i cittadini hanno con lo Stato. Il mio rapporto con la politica è un rapporto di partecipazione sociale». - Lei stima e, soprattutto, legge Roth? Potrebbe prendere il premio Nobel? «Sì, certamente, lo meriterebbe. Io sono un suo grande ammiratore». - Cosa racconterà a RomaIncontra? «Per il momento non lo so. Mi lascio sorprendere. È la gente che ho attorno che riesce a determinare la tematica adatta». - Quale è il suo rapporto con la Capitale? «È un rapporto di amore molto intenso quello che ho con Roma. Questa città si porta nel cuore per sempre». - Il suo posto preferito? «Mi piace tantissimo fare un giro a Campo de' Fiori, è il rione che preferisco».

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