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In sala come nel palco. Ecco i fan a distanza

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Acausa della crisi di creatività dei grandi Studios americani, con produzioni sempre più ricche di effetti speciali e sempre meno di idee, i cinema utilizzano in crescendo le proprie sale per trasmettere eventi musicali e sportivi, come il concerto «Campovolo 2011» di Ligabue. Ieri ben 114 sale in tutta Italia hanno proposto in diretta il «Don Giovanni» di Mozart, che inaugura la stagione 2011-2012 della Scala. L'opera, diretta da Daniel Barenboim con la regia di Robert Carsen, ha riempito ieri la Sala 2 del cinema The Space di Piazza della Repubblica, richiamando un pubblico variegato di esperti e neofiti, incuriositi dalla singolare modalità di fruizione dell'opera. Qualcuno in jeans, una giovane e bella donna in tacchi a spillo. Insomma, dal loggione al multisala il passo è breve, ed ecco che incontriamo un gruppo formato da tre coppie che esce dal cinema soddisfatto dei preziosi tagliandi. «Abbiamo già apprezzato questa iniziativa due anni fa al Teatro Vittoria, quando hanno trasmesso la "Carmen" - sottolinea Andrea, un distinto signore in cappotto blu - Noi siamo affezionati alla buona musica più che alla Prima della Scala. Dell'aspetto mondano mi importa poco, a me interessa l'interpretazione dei cantanti, che adesso sono diventati più che altro attori». Incontriamo anche un gruppo di amici del nord Italia, tra cui Renato, milanese doc che lavora da quarant'anni a Roma. «Abbiamo bisogno di qualcosa che ci rappresenti nel mondo e non c'è nulla di più della Scala che rappresenti non solo Milano, ma tutta la cultura italiana. La cultura è il nostro pane». All'ingresso del cinema notiamo un gruppo di signore eleganti, che sembrano molto contente di assistere all'evento. «La nostra associazione, la Fidapa, ha voluto offrire questa opportunità alle sue iscritte e così gran parte di noi si trova qua per fruire di questa meravigliosa iniziativa», ci spiega la poetessa Antonella Pagano. «Ho paura di trovare qualcosa di moderno che non mi piace - aggiunge l'attrice Lucia Guzzardi - Le opere vanno viste con i costumi dell'epoca, ma mi rendo conto che sono rimasta indietro ».

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