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La tecnologia del vibratore secondo «Hysteria»

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Veroprotagonista di «Hysteria» - in concorso ieri al Festival di Roma - è infatti un vibratore femminile, quello inventato nella Londra pudica e vittoriana del 1880. E sono davvero esilaranti le tante pazienti, borghesi e isteriche, che si sottopongono, coperte da una sorta di baldacchino rosso, al massaggio terapeutico vaginale di un medico professionale che le conduce all'orgasmo per far loro passare qualsiasi malanno psichico. La storia di questo paradosso, diviso tra eros e pudore, è al centro del film con Maggie Gyllenhaal (figlia del medico al quale contesta i suoi scandalosi esperimenti), Rupert Everett, Hugh Dancy e Jonathan Price. L'idea di raccontare l'invenzione del vibratore, ancora oggi al primo posto tra le vendite dei gadget erotici, è della regista americana Tanya Wexler, che ha realizzato il film con umorismo, eleganza dei costumi, battute brillanti, castità e giochi allusivi. «Non si può ignorare che esista qualcosa di divertente, interessante e comico nell'invenzione del vibratore - ha detto ieri la bella Gyllenhaal - Il mio personaggio, Charlotte, è un'adorabile femminista, folle, sensuale, fuori dalla norma. Ho visto per la prima volta il film al festival di Toronto e tutti ridevano in modo imbarazzato, c'era molta timidezza nel parlare dell'orgasmo femminile e dei medici che all'epoca facevano quel tipo di massaggi alle donne. Siamo più vittoriani di quanto si creda e parlarme è una novità. Forse, queste tematiche in Italia le affrontate con più disinvoltura, ma in America e in Canada la reazione era più timida e in Alabama il vibratore è persino vietato venderlo». In parte ispirato al documentario «La tecnologia dell'orgasmo», il film manda un chiaro messaggio: «Abbracciate la tecnologia, può essere un alleato valido anche per quegli uomini a cui non piace che si celebri il vibratore - ha chiosato poi Everett - Non dobbiamo pensare che la Regina Vittoria fosse poco sveglia: dopo la sua morte si sono trovate delle ricevute di una farmacia scozzese che le forniva laudano e analgesici. Quanto al consorte, il principe Alberto, aveva un pene enorme che si legava con un anello alla coscia per evitare che si spostasse sotto i vestiti stretti. Sono segnali che ricordano come, sotto un'apparente rigore, Londra dedicava giornate e interi quartieri al piacere». Din. Dis.

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