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Il «Basilicata» a Camon, Ammirati e Antiseri

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Eieri a Potenza, nell'Auditorium del Conservatorio di Musica, ha celebrato i vincitori del 2011. Con un «rito» assai poco mondano, per fortuna, e invece pieno di senso, di profondità, di schiettezza, di valori. Che ne fa un alloro a parte, da rispettare assai. Primaditutto perché è uno dei pochissimi riconoscimenti nati e cresciuti nel Sud d'Italia. E poi perché non possiede i riflettori mediatici, le dirette tivvù, la fanfare dei salotti, gli intrighi degli editori. Un po' di storia del «Basilicata», allora. Lo istituì nel 1972 il Circolo Culturale intitolato a Silvio Spaventa Filippi. Chi era costui? Un giornalista e scrittore nato nel 1871 ad Avigliano, un paesetto vicino a Potenza. Che però gli stava stretto e così emigrò a Milano. Dove firmò articoli e libri. Ma dove soprattutto fondò e diresse un settimanale entrato nella storia del costume italiano. Era «Il Corriere dei piccoli». Con racconti e personaggi che restano nell'immaginario collettivo, a partire dal Signor Bonaventura di Sergio Tofano e per finire con le figure che parlavano grazie alle «nuvolette», le didascalie con rima. C'erano fior di autori, al «Corrierino»: da Dino Buzzati a Grazia Deledda, da Elsa Morante a Giana Anguissola. E questo spiega perché il Premio Basilicata - distinto in diverse sezioni, tra cui narrativa, saggistica economica, letteratura spirituale e religiosa - ebbe come primo presidente un intellettuale del calibro di Carlo Bo e annovera tra i suo vincitori il papa Benedetto XVI, che da cardinal Ratzinger vinse nel 1993 per l'opera omnia. Quest'anno il riconoscimento per la sezione religiosa è andato al filosofo Dario Antiseri, grande studioso di Popper, strenuo alfiere del liberalismo e delle radici cristiane dell'Europa. C'è stato anche un premio per il Quarantennale, andato alla storica Gabriella Fanello Marcucci per «Attilio Piccioni, la scelta occidentale», Edizioni Liberal. La Narrativa - giuria presieduta da Leone Piccioni - ha scelto il romanzo che ha concorso ai maggiori premi letterari del 2011, ossia lo Strega e il Campiello. È «Se tu non fossi qui», di Maria Pia Ammirati, edito da Cairo. Una storia di oggi, con al centro un uomo squassato dalla morte improvvisa della moglie che innesta per lui un viaggio a ritroso, nel non detto e non saputo, diventato infine molto più del bilancio di un'intera esistenza. Un buon gol per la Ammirati, visto che il premio nel passato andò a Mario Luzi, Michele Prisco, Pasquale Festa Campanile. Bella la scelta del Premio alla Carriera: ha vinto Ferdinando Camon, autore di lungo corso, con il romanzo «La mia stirpe» (Rizzoli). Adesso la stagione dei premi letterari è chiusa davvero. Lidia Lombardi

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