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«Qui Totò si sentiva a casa sua»

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«Hopotuto constatare dai sondaggi sul gradimento del pubblico romano che il repertorio napoletano è nettamente preferito a ogni altro genere. Il teatro napoletano è uno dei tre grandi filoni nazionali, insieme a quello veneto e a quello siciliano, a cui appartiene Pirandello. Del resto, da sempre nei teatri romani gli attori napoletani hanno fatto da padroni: Raffaele Viviani, Nino Taranto, i fratelli De Vico, Eduardo, Peppino, Totò, recitavano per interi mesi nella Capitale. Ci sono spazi scenici dedicati alle commedie napoletane: il Teatro delle Muse o il Prati e adesso anche il Parioli gestito da Luigi De Filippo. Il Teatro Quirino, per esempio, era considerato dai romani il palcoscenico privilegiato di Eduardo che lì ha lavorato tanto e ha anche recitato per l'ultima volta. La gente nutre un forte attaccamento per l'intera famiglia De Filippo e ogni loro spettacolo è sempre e comunque destinato al successo. L'aspetto positivo che distingue la programmazione romana da quella napoletana è che qui arriva soltanto una selezione precisa degli allestimenti, mentre nel capoluogo campano impazzano proposte delle più disparate carature». T. D. M.

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