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Freud e Jung rivali d'amore

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CONCORSO.Freud, Jung, Sabina Spielrein, un trio (ma non un triangolo) di cui da tempo si occupano il cinema, la letteratura e il teatro. Opponendo le teorie di Freud a quelle di Jung e lavorando sempre attorno alla storia vera dell'alienata Sabina Spielrein, guarita da Jung con il metodo di Freud, poi, però, contro ogni deontologia, diventato suo amante mettendo a rischio la propria carriera e il rapporto con una moglie che l'aveva reso padre di molti figli. Dopo, di recente, il nostro Roberto Faenza con "Prendimi l'anima", torna ad occuparsi di questo trio David Cronenberg facendosene ispirare gli schemi da un testo teatrale di Christopher Hampton, non a caso, pensando alla psicanalisi, intitolato "The Talking Cure" (La terapia delle parole). Le parole, dunque. Vi si dedica con i propri pazienti proprio Jung all'inizio devoto a Freud e al suo metodo. Tra questi pazienti, a Zurigo, c'è proprio Sabina e prende subito l'avvio quella storia turbolenta ma anche torbida che, dopo i primi successi medici in campo, rischierà di veder tutto arrestarsi o peggio naufragare quando esploderà la passione fra Sabina e Jung. Con un duro intervento di Freud, che non stimando più quel collega cui pensava inizialmente per la sua successione, romperà definitivamente con lui, senza ripensamenti. I due ex amanti si ritroveranno dopo la Grande Guerra, solo in apparenza pacificati, comunque con molte amarezze di fondo. David Cronenberg si deve essere reso conto delle difficoltà di quei personaggi e di quei temi tutti pervasi da teorie mediche e filosofiche all'insegna soprattutto delle fondamentali differenze tra quelle di Jung e quelle di Freud, così, seguendo spesso alla lettera il testo di Hampton, dialoghi compresi, si è imposto una cifra narrativa (e anche stilistica) in cui i tre protagonisti potessero avere spazi giusti in climi privi di strappi anche quando i drammi vi esplodono in mezzo e dando, poi, forte e conseguente rilievo alla recitazione. Pacata e asciutta quella di Viggo Mortensen per Freud, tesa e concitata quella di Michael Fassbender per Jung, lacerata spesso da passioni quasi isteriche quella di Keira Knightley per Sabina. Tre interpretazioni di classe.

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